Ieri Milena mi ha chiesto informazioni sulla vaccinazione dei gattini.
Innanzitutto i mici vanno vaccinati quando sono in perfetta salute, altrimenti conviene prima curarli e quindi vaccinarli.
Inoltre sarebbe bene effettuare una sverminazione – una prima volta con richiamo a venti giorni – prima di somministrare il vaccino (per i piccoli la sverminazione esiste in pasta appetibile).
Ecco che malattie copre la trivalente:
Panleucopenia virale. Comunemente conosciuta come gastroenterite che provoca diarrea e vomito e che può portare a morte sia i gattini sia i gatti adulti non vaccinati. Si tratta di una malattia molto contagiosa il cui virus persiste nell’ambiente a volte anche per sei mesi.
Rinotracheite infettiva. Si presenta all’inizio come un comune raffreddore, poi subentra la febbre, la congiuntivite, la tosse. Anche questa è una malattia molto contagiosa e persistente a lungo nell’ambiente. Per esperienza posso dire che, se presa in tempo, può guarire, a differenza della panleucopenia virale che è quasi sempre mortale.
Leggi tutto: VACCINAZIONIDi seguito cinque consigli per ridurre gli sprechi “indiretti” nelle scelte di acquisto.
Filiera corta e chilometri zero. Scoprire i punti vendita delle aziende agricole o i mercati contadini, acquistando dal produttore. Oltre ad acquistare prodotti in genere più freschi e di alta qualità, si evitano gli sprechi legati alla logistica di distribuzione, riducendo i rifiuti da imballaggio e sostenendo i piccoli produttori.
Frutta e verdura di stagione. Acquistare solo prodotti di stagione, perché quelli fuori stagione sono in genere coltivati in serre riscaldate o provengono da Paesi lontani, con costi energetici e ambientali più alti del normale.
Gruppi di acquisto solidale (GAS). I Gas basano la selezione dei fornitori su criteri di carattere etico e ambientale. Per saperne di più, basta consultare il sito www.retegas.org.
Carne. Per chi non è vegano, meglio limitare al massimo il consumo di carne, specie se proveniente da allevamenti intensivi. La carne ha, infatti, un maggior costo ambientale rispetto ai cibi vegetali.
Leggi tutto: RIDUZIONE SPRECHI
Insieme con le mie sorelle me ne sto nell’acqua a zampettare tranquilla, quando un cappio scende dall’alto e si stringe intorno al mio collo.
Starnazzo a più non posso finché una mano umana mi libera dalla cordicella e mi posa in una piccola scatola. Il buio non mi piace, io sono un’animale solare ma tant’è, devo adeguarmi alle circostanze. Dopo un lunghissimo viaggio fatto di rumori sconosciuti e di sballottamenti, finalmente giungo in una casa. O perlomeno spero che questa sia la mia nuova casa, anche se priva di erba e, soprattutto, di acqua. Mi mancano le mie sorelle, ma qui ci sono dei piccoli umani che mi accarezzano. Io, tutta felice, dimeno la coda per liberare l’intestino, ma qualcuno non è d’accordo. Vengo allora rimessa nella scatola e trasferita in un altro posto.
Stavolta mi sistemano in un bel praticello. Inizio a becchettare un po’ di erba, a dimenare la coda, a godermi la libertà di trasferirmi da un angolo all’altro. Qui tutto è meraviglioso.
Se in un primo tempo mi rallegro per la mia nuova sistemazione, devo subito
Leggi tutto: GUENDALINA LA PAPERALa Marina Militare degli Stati Uniti sta programmando di occupare l’isola di Pagan, nelle Marianne, per esercitazioni militari di tutti i generi, compresi ordigni esplosivi.
Come già successo in numerosi altri casi, queste esercitazioni provocheranno la distruzione dell’isola e l’impossibilità per i suoi abitanti di tornare ad abitarvi.
L’isola di Pagan è uno dei luoghi biologicamente ed ecologicamente diversi tra le numerose isole delle Marianne. È l’ambiente abitativo di diverse specie minacciate di estinzione, ambiente che verrà distrutto – erosione delle coste, danno alla barriera corallina e tossine che inquineranno l’isola per secoli – se gli Stati Uniti attueranno il loro progetto.
(fonte: Care2)
Le giraffe sono giganti pacifici. Sono dolci, tolleranti, inoffensive. In pratica non entrano mai in conflitto con gli altri animali che vivono nel loro stesso ambiente, né combattono tra di loro come in molte altre specie fanno i maschi per la supremazia sulle femmine.
I maschi possono arrivare a cinque metri e mezzo di altezza e a un peso di quasi due tonnellate.
Le giraffe sono riluttanti a sdraiarsi, e le femmine partoriscono in piedi.
Per dormire – in piedi naturalmente – si mettono in cerchio con ciascun individuo rivolto verso una posizione diversa per individuare eventuali pericoli. Poiché le giraffe adulte non hanno nemici a eccezione degli esseri umani (!), le suddette precauzioni sono prese per la sicurezza dei piccoli del branco.
I neonati sono alti circa due metri e pesano settanta chili e sono in grado di seguire la madre dopo solo quindici minuti dalla nascita.
Le giraffe sono vegetariane, vivono in gruppo per il solo piacere di stare insieme e mancano di qualsiasi senso di territorialità.
Cacciate dall’uomo, ne sono rimaste meno di centomila in tutto il mondo.
(fonte: Jeffrey M. Masson)
La più visibile e familiare forma di inquinamento del mare è quella legata agli sversamenti di petrolio dalle petroliere.
Che però non provocano solo effetti a breve termine.
A quindici anni dall’incidente alla Exxon Valdez, avvenuto in Alaska nel 1989, è ancora possibile rilevare in quella zona tracce di petrolio. E anche nei fondali del Mar Ligure è possibile rinvenire il petrolio della Haven, affondata nel 1991. La Prestige, che naufragò al largo delle coste spagnole nel 2002, ha causato perdite economiche ingenti, danneggiando gravemente la pesca locale.
Un’altra causa dell’inquinamento da petrolio è la pulitura delle cisterne delle petroliere in alto mare, quando tornano vuote dopo aver scaricato il petrolio trasportato.
Pensate che una tonnellata di petrolio grezzo è in grado di diffondersi in dieci minuti, coprendo un’area di cinquanta metri di diametro con uno strato spesso dieci centimetri.
(fonte Greenpeace)
L’inquinamento che deriva dalle attività di estrazione e dalle industrie di lavorazione dei metalli può danneggiare la salute della flora e della fauna marina a tal punto da rendere alcune specie non commestibili per l’uomo.
Il contributo delle attività dell’uomo può essere decisivo: per esempio, a livello mondiale la quantità di mercurio rilasciato nell’ambiente dalle attività industriali è quattro volte quella imputabile a processi naturali come erosione.
I metalli pesanti (mercurio, zinco, cadmio, selenio) sono molto pericolosi perché non vanno soggetti al degrado batteriologico e possono quindi trasferirsi all’uomo causandogli lesioni permanenti al sistema nervoso e all’apparato osseo.
Negli anni ’70 la Baia di Minamata (Giappone) è stata inquinata dal mercurio con conseguente nascita di feti malformati.
(fonte Greenpeace)
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Sono circa 63mila i composti chimici impiegati in tutto il mondo. Almeno 4500 dei composti impiegati nelle attività umane sono molto pericolosi. Conosciuti come inquinanti organici persistenti (POP), queste sostanze non si decompongono e tendono ad accumularsi nei tessuti degli organismi viventi, alterandone il sistema ormonale, causando tumori, disfunzioni del sistema riproduttivo, alterazioni del sistema immunitario e interferendo con il normale processo di crescita degli esemplari giovani.
I POP possono anche essere trasportati a grandi distanze nell’atmosfera e depositati nelle regioni più fredde.
Gli Inuit del Polo Nord, che vivono a grandi distanze dalle fonti di emissione di queste sostanze tossiche, sono tra le popolazioni più contaminate al mondo perché si nutrono di foche e pesce ricco di grasso, che accumulano più di altre specie le sostanze tossiche e le trasferiscono all’uomo.
Fanno parte dei POP le diossine e i PCB, insieme a molti tipi di insetticidi e al DDT.
Si pensa che questi composti siano anche responsabili dello scarso tasso di fertilità delle colonie di orsi polari.
Anche il pesce che viene consumato nelle regioni temperate è ricco di POP. Molto spesso, inoltre, questo pesce viene usato per nutrire altri animali e contamina per via indiretta la catena alimentare dell’uomo. In molti casi anche il pollame, i suini e i pesci di allevamento sono nutriti con questo tipo di mangimi.
(fonte Greenpeace)
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Un’altra fonte di inquinamento per i mari è la contaminazione radioattiva che ha molte origini.
In passato sono stati molto impattanti i test effettuati sulle armi nucleari.
Anche il normale funzionamento delle centrali nucleari ha una sua ricaduta in termini di inquinamento dei mari, ma la situazione più grave è legata ai due impianti di riprocessamento delle scorie radioattive che si trovano in Francia a La Hague e in Inghilterra a Sellafield.
Gli scarichi dei due impianti summenzionati hanno contaminato le zone marine circostanti al punto che è possibile trovare tracce radioattive in alghe contaminate lungo le coste della Norvegia e della Groenlandia occidentale.
(fonte Greepeace)
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L’impatto dell’inquinamento sul mare assume varie forme.
L’inquinamento che deriva dai liquami e dagli scarti dell’agricoltura ad esempio favorisce, in prossimità delle coste, la proliferazione di alghe che sottraggono ossigeno all’acqua.
In alcuni casi il livello di ossigeno è sceso al di sotto dei limiti compatibili con la vita dei mari.
L’inquinamento industriale peggiora spesso la situazione perché alcune delle sostanze che dagli scarichi delle industrie finiscono in mare contribuiscono a sottrarre ossigeno all’acqua.
(fonte Greenpeace)
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Uno dei principali impatti dell’attività umana sugli oceani è l’inquinamento.
Non si tratta solo dell’inquinamento legato agli incidenti delle petroliere, agli sversamenti in mare di petrolio, alle attività illegali di scarico in mare dei fusti di rifiuti. Per quanto questi siano gli aspetti più visibili del problema, l’inquinamento marino dipende in gran parte da altre fonti come:
Scarichi urbani e industriali
Dispersioni in acqua dei pesticidi e dei composti chimici usati nell’agricoltura
Scarti delle lavorazioni minerarie
Rifiuti radioattivi
Secondo le statistiche, solo il dodici per cento dell’inquinamento marino è imputabile ai trasporti marittimi, mentre il quarantaquattro percento arriva dalla terraferma e il trentatré per cento dall’atmosfera.
(fonte Greenpeace)
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Ci è sempre stato raccontato quanto sia importante l’assunzione di latte, soprattutto per le donne dopo la menopausa e per i bambini. Non è vero!
Uno dei maggiori problemi provocati dall’assunzione di latte vaccino è la digestione.
Nella digestione gastrica occorre, per digerire il latte, una secrezione di circa 2,5 volte quella necessaria per digerire il latte umano. La caseina può rimanere nello stomaco anche otto - dieci ore, creando non pochi problemi digestivi e di alterazione della mucosa stomacale.
Il latte di mucca è carente in magnesio e boro ed ha un contenuto molto elevato di fosforo, il che rende impossibile, nell’uomo, l’utilizzo del suo contenuto di calcio (tra l'altro il calcio non assimilato viene espulso con le urine, con predisposizione a infezioni urinarie).
Il calcio di origine vegetale è migliore, essendo equilibrato dal magnesio e dal boro – quest’ultimo di origine esclusivamente vegetale.
Tabella dei contenuti di calcio in milligrammi per 100 grammi di prodotto:
Leggi tutto: IL LATTE VACCINO NELL'ALIMENTAZIONE UMANA