Osvaldo becchettò qualche briciola, alzò la testa, si guardò intorno, allargò le ali, le sbatté e si fermò d’improvviso, come in ascolto. Qualche rauco grido gli uscì dal becco all’avvicinarsi della sua amica Rosina.
“Salve Rosina,” la salutò con ripetute ondulazioni della testa. “Come ti va?”
“Bene, grazie, e tu? Che cosa mi racconti?”
“Oh,” si schermì Osvaldo. “La solita vita.”
“Allora ti saluto. A presto,” si congedò la pollastra.
“No, non andartene… ieri, vediamo un po’, che cosa volevo dirti? Ah, sì, ora ricordo. Ieri è venuto a trovarmi mio cugino…”
“Quale? Ottavio forse?”
“Sì, proprio lui.”
“E allora?”
“Mi… mi ha detto di salutarti,” balbettò Osvaldo. La rabbia gli aveva arrossato il bargiglio che, già rosso di suo, aveva assunto un color vinaccia.
Leggi tutto: OSVALDO IL POLLOPerché occorre battersi contro la deforestazione?
E che cosa possiamo fare noi?
Alla prima domanda possiamo rispondere elencando le utilità della vegetazione forestale:
Protezione del suolo dall’erosione. La foresta trattiene l’acqua che serve per le proprie funzioni vitali, regolando il deflusso delle eccedenze in modo graduale: con le foglie intercetta una frazione delle precipitazioni meteoriche, favorendone il ritorno in atmosfera sotto forma di vapore. Anche i diversi strati che compongono il bosco – arboreo, arbustivo, erbaceo e talvolta anche muscinale – dissipano gran parte della violenza della pioggia, per cui l’urto sul terreno risulta alquanto attenuato.
Protezione atmosferica. Le piante catturano grandi quantità di CO2 dall’atmosfera tramite la fotosintesi. Mediante la clorofilla, la luce solare permette di trasformare l’anidride carbonica – che si trova nell’aria – e l’acqua in glucosio, fondamentale per la vita della pianta. Come sottoprodotto di questa reazione si ottengono sei molecole di ossigeno che la pianta libera nell’atmosfera grazie agli stomi delle sue foglie.
Leggi tutto: CONTRO LA DEFORESTAZIONEI referti fossili (struttura dei denti) indicano che i nostri più remoti progenitori furono vegetariani, quindi raccoglitori. Poi le variazioni climatiche e ambientali li spinsero ad abbandonare la foresta per abitare le savane. Là essi divennero raccoglitori-cacciatori, quindi con una dieta in prevalenza vegetariana, integrata però dalle proteine animali estratte perlopiù da cadaveri di animali uccisi da predatori più dotati (soprattutto di artigli che né i nostri antenati né noi possediamo).
Ma non è questo che deve indurci a fare una scelta vegana.
Se, come sostengono tutti gli antropologi, l’elemento che ci differenzia dal resto del mondo animale è la coscienza – intesa come consapevolezza dei propri passato e futuro, oltre alla consapevolezza dei nostri simili con i quali siamo in relazione –, se siamo convinti di essere l’unica specie sul nostro pianeta ad avere il senso dell’etica, ebbene, usiamo queste nostre meravigliose capacità per scopi altrettanto meravigliosi.
Leggi tutto: ANTENATI VEGETARIANIUna ricerca pubblicata nel luglio del 2008 sulla rivista scientifica “Journal of the American Dietetic Association”, che ha cercato di analizzare il contenuto di acidi grassi nei pesci più diffusi sul mercato, mostra tra l’altro che le pesanti modificazioni che si sono verificate nell’ultimo decennio nell’industria del pesce hanno fatto sì che i pesci più venduti siano quelli che contengono una minore quantità di omega-3 e che presentano caratteristiche che in genere vengono considerate pro-infiammatorie e quindi dannose per la salute.
Nonostante il pesce sia pubblicizzato come un importante fornitore di omega-3, esso in realtà contiene vari grassi di diverso tipo. Tra il 15 e il 30 percento dei grassi nel pesce sono rappresentati da quelli saturi (cioè i grassi “cattivi”). Un po’ meno rispetto al manzo e al pollo ma molto, molto di più rispetto ai cibi vegetali, gli unici davvero salutari.
Inoltre, il grasso del pesce fa ingrassare esattamente come quello del pollo o del maiale.
Il pesce contiene anche molto colesterolo: gamberi e altri crostacei ne hanno quasi il doppio rispetto al manzo.
Leggi tutto: IL PESCE E LA NOSTRA SALUTELa Target Corporation, una società di Minneapolis, spesso offre prezzi che sembrano troppo bassi per essere veri. E allora ci chiediamo “Come fa a mantenere dei prezzi come questi?”
Pare che alcuni prodotti siano tanto convenienti perché fatti con cotone raccolto da schiavi uzbeki e/o acquistati dalla Daewoo International, società che rappresenta circa il venti per cento di tutto il cotone lavorato in Uzbekistan.
Leggi tutto: ANCORA SCHIAVI IN UZBEKISTAN?Cane o gatto? Qual è la scelta migliore?
Innanzi tutto occorre chiedersi quale delle due specie si preferisce. In assenza di preferenze, ecco alcune linee guida sulla base delle mie esperienze personali.
Iniziamo con il CANE.
A favore possiamo annotare:
facile gestione – sia che lo si tenga in giardino o in casa, è più semplice da gestire perché si possono creare delle barriere che un cane non riesce a superare. Non c’è quindi alcuna possibilità di fuga, salvo a causa di qualche nostra disattenzione;
obbedienza – dipende anche dal carattere del cane, ma in genere è abbastanza semplice, con piccoli accorgimenti, farci ubbidire. Se gli si chiede qualcosa e lui la fa, basta premiarlo ogni volta con una carezza, un biscotto o qualche altra leccornia. Se invece non ci dà retta, basta ignorare le sue richieste di premio e il gioco è fatto. È importante però non punirlo fisicamente: è un comportamento che riprovevole nei confronti di un essere che dipende completamente da noi;
difesa – anche il cane di dimensioni minute si incarica di difenderci da quelli che lui considera nemici, vale a dire da chiunque non appartenga alla cerchia familiare o amicale;
fedeltà – sappiamo tutti di cani maltrattati, chiusi in ambienti angusti, picchiati ma che restano fedeli al loro umano. Figuriamoci a noi che lo adoriamo;
allegria – quale essere è più allegro di un cane? Quando tornate a casa dopo un’assenza anche breve, le feste che ricevete sono degne di un re.
Leggi tutto: CANE O GATTO?Oggi e domani
Ieri o mai più
Una sola Terra
Abbiamo per amica
Jessica starnuta, soffia il naso e asciuga gli occhi.
“Ti sei beccata il raffreddore?” le chiede suo fratello.
“Spero di no. Domani devo andare in gita.”
“Dove?”
“Ci portano a visitare un allevamento di mucche da latte.”
“Bella roba!” brontola il ragazzo andandosene.
La nostra amica ci resta male. Lei tiene molto all’opinione di Alberto e non farebbe mai nulla che gli dispiacesse.
Così lo rincorre e gli chiede: “Che cosa c’è che non va?”
“Ora non ho tempo. Devo preparare la lezione per
Leggi tutto: AMICA TERRA
Molti affermano che l’alimentazione vegana sia scarsa di proteine, di vitamina B12, di ferro ma troppo ricca di carboidrati e grassi.
Falso.
La carne contiene sì proteine (non in grandi quantità a dire il vero), grassi saturi e acqua. Nient’altro. La stessa cosa vale anche per la carne di pesce, il cui contenuto in grassi polinsaturi viene a torto mitizzato: la rosa musqueda ne è molto più ricca.
Per quanto concerne le proteine, dunque, la soia contiene tutti gli aminoacidi (proprio come gli alimenti animali). Se si consumano cereali e legumi e verdure, il fabbisogno proteico viene facilmente soddisfatto.
Parliamo ora di vitamina B12. In situazioni normali, non soltanto occorrono piccolissime quantità di B12, non solo ne abbiamo grandi riserve nel fegato, ma essa si trova nei lieviti, in alcuni ortaggi verdi, nel germe di grano, nei legumi germogliati, nei semi di girasole, nelle alghe, nella soia fermentata. In ogni caso, se dalle analisi del sangue dovesse risultare carente, basta assumere latte di soia addizionato con B12.
Leggi tutto: ALIMENTAZIONE VEGANAVi è un progressivo adeguamento a realtà sempre più crude e crudeli: si accetta un comportamento violento come normale grazie a una ripetuta esposizione a esso.
Emblematica è la notizia delle “scuole di omicidio” colombiane, dove i giovani e giovanissimi (si parla anche di bambini di otto anni) vengono addestrati a uccidere: nelle prime fasi è prevista la pratica sugli animali. I loro “maestri” hanno capito che il passaggio progressivo a una specie ritenuta superiore sarà facile perché la pietà e la compassione saranno state progressivamente vinte.
(tratto dal libro “Noi abbiamo un sogno” di Annamaria Manzoni, psicologa e psicoterapeuta)
Non è necessario essere assidui frequentatori di porcilaie per avere almeno una pallida idea di ciò che vi succede: le scrofe sono imprigionate in gabbie tanto strette da impedirne ogni movimento, i piccoli sono evirati e viene loro mozzata la coda, ovviamente senza anestesia.
Moltissimi, tenerissimi lattonzoli vengono uccisi nei primissimi giorni di vita.
Lo scannamento del maiale è rito tra i più crudeli cui si possa assistere. Quindi tormenti, crudeltà, terrore sono l’unica vera realtà che questi animali conoscono nella loro convivenza coatta con gli umani e nel momento della loro uccisione ad opera degli stessi.
(tratto dal libro "Noi abbiamo un sogno" di Annamaria Manzoni)
Il manuale diagnostico dei disturbi mentali, che è di riferimento alla pratica clinica nel mondo occidentale, il DSM IV, afferma che il comportarsi in modo fisicamente crudele con gli animali è uno dei criteri che permette di diagnosticare la presenza di un Disturbo della Condotta in età Infantile o Adolescenziale.
Afferma anche che l’aver usato crudeltà fisica sugli animali è un antecedente diffuso nel Disturbo Antisociale di Personalità: in altri termini, che chi da adulto manifesta comportamenti distruttivi, aggressivi, antisociali, malvagi, spesso è stato un bambino crudele verso gli animali.
(tratto dal libro “Noi abbiamo un sogno” di Annamaria Manzoni, psicologa e psicoterapeuta)
Per vivisezione si intende qualsiasi tipo di sperimentazione sugli animali, quindi sia interventi chirurgici – spesso senza anestesia – sia inoculazione di sostanze patogene in varie parti del corpo, sia inserimento di elettrodi perlopiù nel cervello e così via, tutto ciò, a detta degli sperimentatori, per trovare rimedi contro malattie umane (sic!).
Ma esiste una pregiudiziale di base alla sperimentazione su animali non umani: essi sono di specie completamente differenti che possiedono centinaia di migliaia di geni diversi dai nostri, che hanno anatomia, fisiologia e meccanismi patogenetici completamente differenti dai nostri.
Quindi, quando si è terminato un esperimento, occorre testare il prodotto sugli umani, prodotto che, molto spesso, non viene commercializzato perché non terapeutico per la nostra specie.
Per dare alcuni esempi delle differenze di reazione tra gli animali e gli umani, elenco alcuni farmaci tossici per noi e innocui per gli animali:
Leggi tutto: CONTRO LA VIVISEZIONE