OZIO, ZELO, DINAMISMO


Ritratti di parole

Il Visconte Ozio se ne stava tutto il giorno disteso a fumarsi i suoi amati sigari. La stanza che prediligeva per questo era la biblioteca, dove le pareti di legno assorbivano l’odore del fumo che persisteva così anche quando il Nostro era assente – cosa che capitava solo di notte!

Il suo castello era imponente, abbarbicato su di un’altura dalla quale si poteva vedere il mare.

Al suo servizio lavoravano uno stuolo di ragazze – circa una decina – agli ordini dei due maggiordomi: Zelo e Dinamismo.

Zelo era ormai avanti con gli anni e spesso pensava di ritirarsi in una casetta, acquistata con i suoi risparmi, situata in prossimità del litorale. Ma, quando osservava il suo datore di lavoro e lo vedeva tanto ozioso, si diceva: “Come potrebbe sopravvivere senza di me? Certo, Dinamismo è un ottimo collaboratore, sempre in movimento, ma non ha la mia visione generale dei problemi, né la mia attitudine a risolverli con il minor dispendio di energia.”

Dinamismo invece era un giovane quarantenne, sempre scattante, dinamico, efficiente ma spesso pasticcione per la fretta che metteva in tutte le sue azioni.

Il Visconte un giorno si ammalò.

Gli fu ordinato di restare a letto; gli fu vietato il fumo; gli fu proibito l’alcol.

Ozio, non potendo più condurre la vita che tanto gli era congeniale, in breve peggiorò e, tempo una settimana, sentì avvicinarsi a grandi passi la Morte.

Convocò allora il suo notaio al quale affidò le ultime volontà.

Ai suoi più stretti collaboratori fu riconosciuta una parte di eredità come segue:

A Zelo, così zelante nel compiere sempre il suo dovere, lascio i miei libri e i locali della biblioteca.

A Dinamismo, così dinamico nell’eseguire i suoi compiti, lascio le stalle con tutti i cavalli.