Sulla terraferma non esiste niente di più enorme di un elefante: sono davvero le creature più grandi fra noi. Il più grande mai registrato è stato un maschio africano in Angola, alto 4 m alla spalla e pesante 11 tonnellate (ovvero quanto un camion della spazzatura che trasporta un distributore automatico e un pianoforte a coda).

L’elefante asiatico, dai modi mansueti e con due bozzi ammaccati sulla fronte, è più piccolo, ma pur sempre di dimensioni strabilianti: con i suoi 2,7 metri di altezza un maschio medio potrebbe guardare negli occhi Robert Wadlow, l’uomo più alto mai esistito.

E poi c’è la sottospecie dell’elefante asiatico, l’elefante del Borneo, noto tra gli autoctoni come l’elefante pigmeo. Vive solo nelle zone settentrionali dell’isola del Borneo e non è poi così piccolo – circa il 30% più piccolo dell’asiatico continentale – ma il suo muso rotondo, la sua corta proboscide e le sue orecchie sproporzionatamente grandi gli conferiscono un’aria da piccolo monello. La sua coda è così lunga che a volte raschia il terreno, lasciando una riga ondeggiante nella polvere, come una lunghissima freccia: per gli elefanti da questa parte!

(dal libro di Katherine Rundell “Catalogo degli animali inestimabili”)

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