Un’elefantessa matriarca caricò un lavoratore di una fattoria in Kenya, lo travolse e gli ruppe una gamba.

Il giorno successivo, i compagni che erano andati a cercarlo, lo trovarono appollaiato su un albero sotto di cui un grosso elefante stava di guardia.

L’uomo impedì ai compagni di sparare all’animale, spiegando che era la stessa elefantessa che lo aveva attaccato, però (forse per rimorso o senso di colpa) con la proboscide lo aveva fatto salire sull’albero, all’ombra, sollevandolo delicatamente con una zampa.

Il suo branco si era allontanato, ma lei era rimata con il lavoratore per il resto del giorno e per tutta la notte, toccandolo di continuo con la proboscide per dargli conforto.

Mise perfino in fuga un gruppo di bufali selvatici che si erano avvicinati troppo.

Il ferito credeva che l’elefantessa avesse deliberatamente cercato di prendersi cura di lui e di proteggerlo.

(dal libro “The Moral Lives of Animals” di Dale Peterson)

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