CERVO VOLANTE
- Categoria: Animali
- Pubblicato: Giovedì, 20 Agosto 2020 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Il cervo volante (Lucanus cervus) non rappresenta un pericolo per l’uomo, anzi, è un insetto utile e innocuo, nonostante le sembianze spaventose.
I cervi volanti sono inseriti nell’elenco rosso IUCN delle specie minacciate.
Si tratta del più grande coleottero presente in Europa: gli esemplari adulti di cervo volante compaiono durante i mesi estivi, dopo aver concluso il lungo stadio larvale, e si possono incontrare nei boschi di latifoglie o negli ambienti urbani, lungo i viali alberati e nei parchi.
Sono diffusi sia in pianura sia in collina, fino a 1000 metri, e sono facilmente riconoscibili grazie al caratteristico volo rumoroso, lento e goffo, nonché per l’aspetto.
Rispetto alle femmine, più piccole e con mandibole maggiormente ridotte, i maschi di cervo volante possono superare gli 8 centimetri di lunghezza e sono dotati di mandibole particolarmente sviluppate grazie alle quali possono duellare con i rivali maschi della stessa specie.
Il nome volgare dell’insetto è dovuto proprio alle grandi mandibole dentate dei maschi, che ricordano le corna dei cervi.
Sebbene possano sembrare pericolosi, questi insetti sono innocui per l’uomo e molto utili per l’ambiente. Le larve di cervo volante, infatti, si nutrono di legno in decomposizione contribuendo alla produzione di humus ricco di sostanze nutritive. Da adulti invece, i cervi volanti si nutrono solamente di sostanze zuccherine come la linfa degli alberi e la frutta matura.
A causa della distruzione dell’habitat boschivo i cervi volanti risultano in diminuzione e rientrano nelle specie quasi minacciate.
Senza il prezioso contributo dei cervi volanti, il ciclo biologico del bosco sarebbe sensibilmente compromesso e per questo è importante tutelare il legno morto all’interno dei boschi e non ricorrere a misure drastiche se si incontra un esemplare di questa specie.
Se la sua presenza dovesse proprio infastidirvi è sufficiente allontanare il cervo volante, magari spostandolo in un prato.
Fonti di riferimento: Regione Emilia Romagna/Diversità forestale/IUCN