LEGGENDA CELTICA
- Categoria: Mondo felino
- Pubblicato: Sabato, 18 Maggio 2019 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Di gatti custodi di tesori ce ne parla ampiamente la cultura celtica, dove il felino viene associato alla dea Anu (Madre Terra), divinità madre di una razza divina che successivamente si evolve nella più conosciuta Brigid, dea della fertilità, prosperità e conforto, quindi dispensatrice di ricchezze.
Secondo i celti erano i gatti a custodire forzieri pieni di gioielli al posto dei draghi che, oltretutto, sembra non siano mai esistiti, se non all’epoca dei dinosauri.
Di seguito una bella leggenda che conferma questa tradizione.
Il principe irlandese Maeldune un giorno insieme a tre compagni si ritrovò su un’isola al cospetto di un castello abbandonato. Incuriositi entrarono e lo trovarono colmo di ricchezze (gioielli e pietre preziose, monete e lingotti d’oro ecc.). Il castello pareva disabitato tranne per un inoffensivo gattino.
Trovandosi davanti a una tavola riccamente imbandita dove facevano bella mostra di sé cibi prelibati e bevande preziose, pensarono di essere giunti in un luogo di proprietà di una persona ospitale, così si sedettero e iniziarono a bere. Tra un bicchiere di vino e l’altro gli avventurieri si rilassarono, osservando divertiti il gattino che giocherellava con corone e monete d’oro. Uno degli uomini allora allungò la mano per osservare da vicino i meravigliosi gioielli, ma all’istante il gatto si trasformò in un essere di luce che avvolse il malcapitato folgorandolo all’istante. Non ci fu il tempo per capire se si trattasse di un’allucinazione prodotta dal troppo vino o se invece fosse realmente accaduto. Il principe e i suoi compagni superstiti fuggirono, lasciando la tavola quasi intatta, magari per altri sprovveduti visitatori.