ACQUE INQUINATE
- Categoria: Ambiente
- Pubblicato: Lunedì, 04 Giugno 2018 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Notizie terrificanti!
Nelle acque italiane ci sono 259 pesticidi. Le sostanze chimiche dannose sono presenti in due campioni su tre. A stabilirlo è l’ultimo rapporto Ispra che conferma anche che i livelli di inquinamento da glifosato sono ormai fuori controllo.
Nel complesso, salgono a quasi 400 le sostanze ricercate in Italia. La situazione è differente tra regione e regione, ma i pesticidi nelle acque sono in aumento e i livelli di contaminazione sono sopra i limiti in quasi un quarto dei punti di monitoraggio delle acque superficiali. Il glifosato, particolarmente nella forma del suo metabolita AMPA, arriva a superare gli standard di qualità delle acque in quasi il 48% dei siti monitorati.
In Italia, i pesticidi sono presenti nel 67% delle acque superficiali e nel 33% delle acque sotterranee e superano i limiti rispettivamente nel 23,9% e nel 8,3% dei casi. Ma non solo, nelle falde ci sono sostanze chimiche che sono bandite da tempo.
E’ un quadro allarmante quello che emerge dal “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, edizione 2018” presentato a Roma nell'auditorium del Ministero dell’ambiente.
“La contaminazione è più diffusa nella pianura padano-veneta. Questo dipende largamente dal fatto che lì le indagini sono generalmente più rappresentative. Nelle cinque regioni dell’area, infatti, si concentra più del 50% dei punti di monitoraggio dell’intera rete nazionale”, si legge nel rapporto.
Nei 35353 campioni analizzati dalle agenzie regionali attraverso quasi 2 milioni di analisi realizzate nel biennio 2015-2016 sono state trovate 259 sostanze. A prevalere sono gli erbicidi.
Secondo le analisi Ispra nei corsi d’acqua e nelle falde sotterranee ci sono sostanze come l’atrazina, bandite ormai 26 anni fa dai nostri campi.
“La situazione, nonostante una generale tendenza alla diminuzione delle vendite dei pesticidi e diserbanti, è molto grave: nelle nostre acque e quindi in tutto l’ambiente e nella catena alimentare, i residui di sostanze che sono tossiche per la vita anche in concentrazioni infinitesimali stanno aumentando, sottolinea in una nota Maria Grazia Mammuccini, portavoce della campagna Cambia la Terra, promossa da FederBio con Isde- medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu e WWF.
Il glifosato presenta il maggior numero di superamenti delle soglie (24,5% dei casi) e il suo metabolita AMPA (prodotto dalla naturale degradazione della sostanza) sfora i limiti in quasi la metà dei punti di controllo, il 47,8%. Ma sono numerosi gli sforamenti dei tre neonicotinoidi il cui uso è stato proibito solo qualche giorno fa dall’Unione Europea.
Degna di nota anche la presenza di altri erbicidi, come nel caso del metolaclor, che supera i limiti nel 7,7% dei punti di monitoraggio e del suo metabolita metolaclor-esa, che tuttavia è ricercato solo in Friuli Venezia Giulia e che supera i limiti nel 16% dei siti, nonché del quinclorac, superiore ai limiti nel 10,2% dei casi.
La maggior presenza di pesticidi si riscontra nella pianura padano-veneta, dove le indagini sono generalmente più approfondite (in termini di numerosità dei campioni e di sostanze ricercate).
Nelle regioni del nord, infatti, si concentra più del 50% dei punti di monitoraggio della rete nazionale. Nel resto del paese la situazione resta ancora abbastanza disomogenea: non sono pervenute, infatti, informazioni dalla Calabria e in altre Regioni la copertura territoriale è limitata, così come resta limitato, nonostante l’aumento, il numero delle sostanze ricercate.
Sempre a livello regionale, la presenza dei pesticidi interessa oltre il 90% dei punti delle acque superficiali in Friuli Venezia Giulia, provincia di Bolzano, Piemonte e Veneto, e più dell’80% dei punti in Emilia Romagna e Toscana. Supera il 70% in Lombardia e provincia di Trento. Nelle acque sotterrane è particolarmente elevata in Friuli 81%, in Piemonte 66% e in Sicilia 60%.
L’unica nota positiva che emerge dal rapporto è che le vendite di prodotti fitosanitari in agricoltura hanno subito un calo del 36-37% dal 2003 al 2016, anche se negli ultimi 2 anni si registra una piccola ripresa.
“Serve un cambio di paradigma che ribalti completamente l’approccio, considerando l’uso della chimica di sintesi l’ultima ratio nelle pratiche agronomiche, vietando l’uso dei pesticidi quando non sussistono comprovate situazioni di emergenza e quando il loro uso può essere sostituito con pratiche meccaniche, come nel caso dei diserbanti. Non è casuale che il pesticida maggiormente presente nelle acque sia proprio il glifosato, il diserbante più utilizzato in agricoltura, di cui l’Unione Europea ha rinnovato l’autorizzazione all’uso per altri 5 anni”, spiega Wwf Italia.
Dominella Trunfio