IL RACCONTO DEL TRIGOL
- Categoria: Racconti
- Pubblicato: Giovedì, 07 Febbraio 2019 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Un racconto ambientato nella città di Mantova.
“Che posso fare?” si chiedeva la Natura che aveva sì un regno, ma era molto triste perché esso era rappresentato da una palude e da tre soli sudditi: un buon Mago, una bella Fata e una Strega cattiva.
I tre erano sempre in lite tra loro e gli strepiti derivanti da quelle dispute infastidivano tanto la regina Natura che alla fine decise di prendere provvedimenti.
In luogo della palude creò tre laghi (Inferiore, di Mezzo e Superiore) in cui le acque di un verde cupo ospitavano molte varietà di pesci e altrettante di flora acquatica.
Il lago Inferiore era il regno del buon Mago che manteneva la vita sia animale sia vegetale sempre efficiente, così come desiderato dalla Natura.
Quello di Mezzo fu assegnato alla Strega cattiva che odiava sua madre, la Natura, e ancor di più il Mago e la Fata. Così il povero lago era molto trascurato: pesci, serpi d’acqua e tutta l’altra vita animale subivano i malumori della malvagia, mentre la flora cresceva selvaggia, ricoprendo buona parte della superficie.
Il lago Superiore, che era stato affidato alla buona Fata, era il più bello: flora e fauna vivevano una vita intensa e soddisfacente.
La regina Natura, tuttavia, non era per nulla serena: si era liberata dei sudditi che la infastidivano, è vero, ma ora il suo regno era deserto. Così pensò di popolarlo con animali terrestri, tra cui l’Uomo, e con volatili, tra cui insetti e uccelli.
Per qualche centinaio di anni tutto filò liscio, ma un giorno…
Una Cicogna sorvolò i laghi, vide il Mago, la Strega e la Fata costretti a vivere soli e, con un progetto in cuore, si rivolse alla regina Natura.
“Vorrei proporti di portare un po’ d’amore nelle vite dei tuoi protetti. Me lo permetti?”
“Prima voglio conoscerne le conseguenze: non sia mai che ricomincino a litigare. Non lo sopporterei!” replicò la regina.
“Non so dirti quello che accadrà, ma, poiché sono stati i tuoi primi sudditi, potresti regalare loro un po’ d’amore” suggerì la Cicogna.
“Va bene, fai come credi, speriamo bene” si intenerì la Natura.
Allora la Cicogna prese nel becco una Spulvrina e con quella sparse sulla superficie dei laghi l’amore che era riuscita a raccogliere nei cuori delle madri di tutti gli animali.
Il primo a sentirne l’effetto fu il buon Mago. Si rivolse allora alla Strega cattiva tramite il suo anello magico e le chiese se sarebbe stata disposta a incontrarsi con lui.
“Per niente al mondo. Ti ho sempre odiato e non vedo perché non possiamo continuare a vivere separati!”
Il buon Mago, come potrete immaginare, ne fu molto dispiaciuto e si rivolse allora alla bella Fata, pur temendo di ottenere la medesima risposta.
E invece: “Lo vorrei tanto anch’io, ma come possiamo fare? A separarci c’è la Strega che non acconsentirà mai a farci incontrare!” dichiarò la fata.
“Potremmo costruire un tunnel sotto i tre laghi e incontrarci lì, in modo che la Strega non se ne accorga” propose il Mago.
Con le loro magie il tunnel fu pronto in pochi minuti e i due ebbero finalmente la possibilità di abbracciarsi.
Ogni giorno, dopo aver terminato il loro compito di manutenzione dei rispettivi laghi, i due fidanzati trascorrevano qualche ora insieme.
Trapa natans fu il frutto del loro amore. Si trattava di una bellissima pianta acquatica che produceva una castagna d’acqua denominata Trigol.
Nel frattempo la Strega, cui l’amore era giunto in ritardo rispetto agli altri due, si era innamorata del Mago al quale continuava a inviare messaggi che egli ignorava.
Quando nacque Trigol, la malvagia comprese il silenzio del suo amato e decise di vendicarsi.
Innanzitutto volle scoprire come i due amanti si fossero incontrati e, quando finalmente individuò il tunnel sotterraneo, ghignò soddisfatta: avrebbe utilizzato lo stesso mezzo per mettere a punto la sua vendetta.
Andò dall’Uomo e con lusinghe e minacce lo convinse ad allearsi con lei per nuocere ai due amanti.
Da parte sua creò il cappellaccio (caplas) una pianta acquatica che con le sue foglie enormi toglieva spazio alle altre piante e lo portò attraverso il tunnel fino al lago Superiore. La Ninfea, una meravigliosa pianta acquatica che produceva delicati fiori bianchi lievemente rosati, quasi ne fu soffocata e sarebbe morta se non fosse intervenuta la buona Fata con uno dei suoi incantesimi.
L’Uomo, invece, decise di agire innanzi tutto sulla terraferma.
Si recò sulla sponda del lago Inferiore dove scaricò montagne di rifiuti maleodoranti che invasero il povero lago e provocarono la morte di molti pesci.
Costruì case, capanni e industrie inquinanti che scaricavano i loro scarti nei laghi da danneggiare.
Poi si occupò dell’atmosfera. Allevamenti intensivi, trasporti, fumi di scarico, eliminazione di molti alberi e ogni altra diavoleria che gli venne in mente inquinarono talmente l’aria che animali e persone iniziarono ad ammalarsi.
L’Uomo, non contento, con l’approvazione della Strega si dedicò all’acqua.
I laghi Inferiore e Superiore furono invasi da barche a motore, piroscafi e motoscafi tanto che la vegetazione rischiò di morire soffocata dagli scarichi di quelle macchine infernali. Senza contare le acque reflue inquinate provenienti da agricoltura, industria e allevamenti.
La regina Natura, accortasi di quanto stava accadendo, tentò in ogni modo di riparare i danni, ma le sue forze, sotto un incantesimo della Strega, erano diminuite tanto che anche lei iniziò ad avere parecchi problemi di salute.
“Non posso arrendermi proprio ora!” esclamò. “Sarebbe la fine del mio regno e di tutte le creature che vi vivono. Ma che cosa posso fare?”
Pensa e ripensa, decise infine di convocare la Strega, il Mago e la Fata per farsi aiutare nell’opera di risanamento.
Quando li ebbe davanti, comunicò loro le sue intenzioni, intenzioni che il Mago e la Fata sposarono di cuore.
“Tu mi hai creata malvagia, e io così devo agire” dichiarò invece la Strega.
“Ma tu non ti sei mai comportata così. Si può sapere che cosa è accaduto? Io ho sempre sorvolato sulle tue marachelle, ma quello che stai combinando ora è inaccettabile. Allora? Che c’è che non va?” chiese Natura.
“Tutti sono felici nel tuo regno tranne me. Non posso coltivare desideri di letizia che mi viene sempre negata. Non posso convivere con qualcuno perché nessuno vuole avere contatti con me. E tu mi chiedi che cosa non va? Tutto! Ma, ti avviso, se io non posso essere felice, nessun altro lo sarà, parola di strega!”
Tremò la regina Natura perché sapeva quanto potesse essere malvagio il comportamento della Strega, ma poi sorrise tra sé e sé: le era venuto in mente un esperimento che forse avrebbe risolto la situazione.
Congedò i tre sudditi e iniziò a mettere in pratica la propria risoluzione.
Era primavera. I fiori stavano fiorendo sugli alberi, sui prati e sugli arbusti, ma erano un poco asfittici a causa dell’inquinamento.
La Natura non sarebbe riuscita a bonificare tutto il suo regno, ma si impegnò a farlo in luoghi particolari: le scuole dove i bambini erano numerosi.
Foglie verde tenero che si pavoneggiavano su alberi e cespugli; fiori variopinti che sorridevano al sole; scintillanti gocce di rugiada che impreziosivano ogni cosa riempirono di meraviglia i piccoli che non avevano mai visto una Natura tanto rigogliosa. Chiesero allora spiegazioni agli insegnati che, istruiti dalla regina, dichiararono: “Madre Natura ci ha mostrato come potrebbe essere il mondo d’ora in poi se tutti ci impegnassimo a ridurre i rifiuti che la intossicano.”
“Vogliamo sapere come!” gridarono a una voce i giovani.
“Oh, è molto semplice!” esclamarono gli insegnanti. “Basta un poco di buona volontà e spirito di sacrificio.”
Anziché seguire il programma di studio, quel giorno illustrarono ai loro allievi le azioni da compiere (risparmio di energia e acqua) e quelle da evitare (rifiuti di tutti i generi). I ragazzi parteciparono alla discussione anche con proposte interessanti e si impegnarono a convincere amici e parenti che quello era l’unico modo per uscire da una crisi che altrimenti sarebbe sfociata in una catastrofe ambientale.
Ne frattempo la Strega, che come unica arma efficace aveva l’Uomo, continuava nella sua propaganda affinché egli proseguisse nei comportamenti scorretti che lo avevano caratterizzato fino a quel momento, certa che nulla avrebbe potuto contrastare la sua magia.
Ma, ancora una volta aveva dimenticato di fare i conti con la conoscenza e l’amore.
Infatti, i bimbi che avevano sperimentato quanto la Natura potesse rendere gradevole l’ambiente in cui vivere, avevano iniziato a mettere in atto comportamenti virtuosi, spiegandone, a tutti coloro che lo volevano, il motivo.
La guerra tra adulti e bambini era ancora in corso quando Trigol ebbe l’idea di trasformarsi in frutto commestibile e di offrirsi per un test a quei giovani che tanto si erano impegnati per la salvaguardia dell’ambiente.
Fu un trionfo!
Nessuno aveva mai assaporato un frutto dal gusto tanto delicato quanto deciso e, quando le voci di questa scoperta circolarono, tutti quanti vollero gustare Trigol.
Ora avvenne che solo per gli amici della Natura il frutto fosse disponibile a esprimere tutto il suo potenziale, gli altri, infatti, trovarono Trigol insipido e maleodorante.
Con il tempo i bambini crebbero, divennero adolescenti e poi adulti. Alcuni di loro andarono a ingrossare le fila degli inquinatori, ma la maggior parte si distinse per le battaglie in favore della Natura.
E voi? Da che parte state?