ADOZIONE CONSAPEVOLE
- Categoria: Racconti
- Pubblicato: Sabato, 12 Marzo 2022 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
“Quando andiamo, ma’?” chiede Andrea.
“Pensavo a domani pomeriggio se non hai impegni.”
“Okay. Verso che ora?”
“Direi le tre. E mi raccomando che Lalla non sospetti nulla: voglio che sia una vera sorpresa.”
Sorride Andrea, accennando con il capo che ha capito.
L’indomani i due si recano al gattile cittadino, dove sono ricevuti da un volontario: “Posso esservi utile?”
“Sì, grazie. Vorrei regalare a mia figlia un gattino. Ne avete di piccoli?”
“Sì, seguitemi per favore.”
I tre giungono in una stanza – che assomiglia più a un corridoio che a una stanza vera e propria – dove, addossate alle pareti, sono allineate numerose gabbie contenenti gatti di tutte le età e dimensioni.
“Questo è il reparto dei piccoli,” afferma l’inserviente, indicando alla sua sinistra. “Preferireste un maschio o una femmina?”
“Un maschio, così non avremo il problema dei cuccioli. E poi delle mie amiche mi hanno detto che le femmine sono meno affettuose. È vero?”
“No, signora. Ogni gatto ha il suo carattere. Ci sono femmine affettuose e maschi no, e viceversa.”
Madre e figlio sfilano davanti alle gabbie e si fermano entrambi davanti a un micetto color cipria che li osserva con occhi verde ametista.
“Questo è un maschio o una femmina?” chiede Andrea.
Il volontario estrae con cautela il gattino dalla gabbia, gli solleva la coda e: “Maschio,” sentenzia, rimettendolo a posto.
“Che cosa dobbiamo fare per adottarlo?” chiede la madre.
“Venga in ufficio. Le daranno un opuscolo da leggere, dove sono elencate le norme che regolano l’adozione e un formulario da compilare.”
In ufficio i due sono fatti accomodare, mentre un’impiegata spiega loro: “Noi siamo ben felici quando un gattino se ne va, però desideriamo che sia accolto in maniera idonea. Pensate di tenerlo in casa o anche fuori?”
“Purtroppo lo dobbiamo tenere solo in casa perché abitiamo in un condominio che non ha né giardino né posti sicuri per un gatto,” dichiara la madre.
“Bene. Il gatto avrà compagnia durante il giorno o solo di sera?”
“Dalle due del pomeriggio i miei figli sono a casa.”
“Bene. Quanti anni hanno i suoi figli?”
“Andrea ha quindici anni e Lalla dodici.”
“Benissimo. Allora vediamo un po’. Per un micino vi servono: un trasportino per gli spostamenti, una ciotola per l’acqua (preferibilmente in acciaio o in ceramica), una per le crocchette, qualche piattino per il cibo umido, un paio di cassette con lettiera (vi consiglio quella agglomerante) per lo sporco…”
“Quale sporco?” chiede la madre.
“Le deiezioni del gatto. È importante sistemare le cassette in un posto diverso dalle ciotole del cibo. Per esempio piatti e ciotole potrebbero stare in cucina, mentre la cassetta per lo sporco starebbe bene in bagno. I gattini amano le cucce morbide e situate in posti tranquilli. Dovrete poi procurarvi dei giochi che vi suggerirei di fabbricare voi in casa, tipo tappi di sughero legati con uno spago, palline di carta stagnola, gomitoli di lana o cotone eccetera. Fin qui tutto chiaro?” chiede l’impiegata notando l’aria dubbiosa della madre.
“Sì, sì,” fa quest’ultima, “solo che non avevo pensato alla faccenda dello sporco…”
“È un problema?”
“No, no, tutto a posto, grazie.”
“Bene. Il gatto che avete scelto vi sarà consegnato dopo che avrete firmato questi moduli,” spiega l’impiegata.
“Che roba è?” chiede Andrea.
“Abbiamo bisogno di avere i dati dell’affidatario – identità e residenza – nonché l’autorizzazione a nostri eventuali controlli.”
“Perché dei controlli?” vuole sapere la madre.
“Vede, signora, ci sono persone che vengono a prendere un gatto e poi non lo curano come dovrebbero, e non seguono neppure le indicazioni che gli forniamo.”
“Tipo?” chiede Andrea.
“Il gatto che avete scelto ha due mesi. Ha già fatto la prima vaccinazione e tra venti giorni deve fare il richiamo. All’età di otto - nove mesi – dipende dalla velocità del suo sviluppo – deve essere castrato. Un anno dopo la seconda vaccinazione deve farne un’altra. E poi ci sono le gocce antipulci e…”
“Ma io non voglio castrare il mio gatto,” sbotta la madre. “È una crudeltà!”
“Signora,” sorride l’impiegata, “non sa a cosa andrebbe incontro se non lo facesse.”
“Allora me lo spieghi lei,” si inalbera la madre.
“Quando i mici maschi diventano sessualmente maturi, cercano di scappare per accoppiarsi con le femmine. Ammettiamo che riescano a uscire. Le sole femmine integre sono randagie, solitamente poco sane e con molti corteggiatori. Ora può succedere che il suo gatto, accoppiandosi, contragga delle malattie; ma è molto più probabile che debba combattere per accoppiarsi, e le lotte per prevalere sono sempre sanguinose. I morsi profondi possono trasmettere malattie letali come l’AIDS felina o la leucemia felina. Ammettiamo invece che voi siate tanto bravi da riuscire a tenere in casa il gatto. Non lo sopportereste: vocalizzi disperati – sia di giorno sia di notte –, spruzzate di urina puzzolente in giro per casa e, soprattutto, una sofferenza fisica che gli farebbe rifiutare persino il cibo.”
“Mi hanno detto che i gatti castrati ingrassano e si impigriscono. È vero?” domanda la madre.
“I gatti sono naturalmente poltroni. Occorre stimolarli con giochi più volte il giorno.”
“Io e mia sorella non gli faremo certo mancare il movimento,” sorride Andrea.
“Bene. E lei, signora, che cosa dice? Mi vuole firmare il modulo?”
“Certamente. Dopo di quello che mi ha detto, penso di regalare al mio micetto una vita soddisfacente. In fondo, se sarà castrato prima della maturità sessuale, non gli mancheranno di certo stimoli che non ha mai conosciuto!”
(dal libro di Maria Grazia Sereni “Azzurre come il mare” pubblicato in marzo 2013)