L'UNIVERSO DELLE SENSAZIONI
- Categoria: Vari
- Pubblicato: Sabato, 29 Ottobre 2016 00:00
- Scritto da ADMIN
Credete che tutto sia destino? O credete che siamo noi a condurre come meglio crediamo la nostra esistenza (libero arbitrio)? Credete a una vita parallela in cui solo l’energia vitale, le sensazioni, le emozioni esistono e, di tanto in tanto, ci inviano segnali, soprattutto se sollecitate?
Bene, leggendo questo articolo molto interessante potrete chiarirvi le idee.
Segni e coincidenze: come interpretarli nella vita quotidiana
“Benché la Terra sia altamente popolata, molte delle angosce percepite dagli esseri umani derivano dalla sensazione di essere stati proiettati nel mondo come in un deserto dove si trovano soli, smarriti, senza nessuno che risponda alle loro domande e alle loro richieste!
Ebbene, no, essi non sono soli, e se ne renderanno conto il giorno in cui prenderanno coscienza che fanno parte di un tutto, che questo «tutto» è vivo e che, essendo vivo, possono avere ininterrottamente scambi con esso: se parlano, da qualche parte ci sono sempre delle creature che li sentono e che rispondono.
Per tutto quello che facciamo, diciamo o chiediamo, riceviamo risposte: conferme o obiezioni, approvazioni o condanne.
Il mondo invisibile è continuamente presente, qui, intorno a noi: ci guarda, ci ascolta e ci dà sempre delle risposte. Il suo linguaggio, molto diverso dal nostro, non è di facile comprensione; e sta a noi interpretare.” Omraam Mikhaël Aïvanhov
Segni e coincidenze, come interpretarli nella vita quotidiana?
Ho smesso di credere al caso parecchi anni fa, non fu un evento specifico a risvegliarmi ma una serie di osservazioni protratte nel tempo, che mi hanno progressivamente convinta della nostra connessione con l’universo, in quanto parte del Tutto. E non sono certo la sola a pensarla così visto che fior fiore di studiosi, filosofi, psicoanalisti, ricercatori dello spirituale credono profondamente alla cosiddetta sincronicità. Termine quest’ultimo coniato da Carl Gustav Jung per indicare gli eventi collegati fra loro da un principio a-casuale, ovvero non casuale. Accade, per esempio, quando pensiamo a una persona e subito dopo riceviamo “a-casualmente” la sua telefonata. Oppure quando leggiamo una frase particolarmente significativa per noi e la ritroviamo nelle parole di qualcuno a distanza di breve tempo.
Ma il concetto di sincronicità affonda le radici in un passato ben più lontano, addirittura a Platone, che sosteneva l’esistenza di un mondo delle idee in grado di plasmare, indirizzare, modificare quello materiale. Anche gli stoici ripresero il concetto convinti che ogni evento si ripercuotesse inevitabilmente su ogni altro. E dopo di loro Plotino con la sua Anima del mondo, il principio unificante della natura secondo il quale tutte le sue diverse parti sono strettamente legate l’una all’altra. Anche noi esseri umani facciamo parte, in quest’ottica, di tale Anima universale, pur essendo individui con caratteristiche peculiari. Per non parlare delle numerose arti divinatorie, prima fra tutte l’astrologia, che ravvede un’intima corrispondenza fra microcosmo e macrocosmo, Uno e molti, spirito e materia. Insomma, da che mondo è mondo sono in molti a credere che il caso non esista affatto, non solo ciarlatani da strapazzo, a meno che non si vogliano considerare tali i grandi filosofi e ricercatori del passato.
Sincronicità e Legge di Causa-Effetto non sono uguali
Capita però che la sincronicità venga confusa con il principio di causa ed effetto, secondo il quale ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, ma i due concetti non sono uguali. Il principio causa ed effetto agisce nella materia e sul piano emotivo (pianto un chiodo, mi colpisco il dito, provo dolore e conseguente rabbia) attribuendo al caso gli eventi che non sono spiegabili secondo tale logica. La sincronicità va oltre tale principio ritenendo che alcuni eventi siano strettamente connessi gli uni agli altri anche in assenza di (apparenti) cause scatenanti. Si tratta delle cosiddette coincidenze, tutti quegli avvenimenti che sfuggono a spiegazioni logiche/razionali ma difficilmente attribuibili al caso. Queste due leggi in realtà non si contraddicono, potremmo anzi definirle complementari, l’una attinente alla manifestazione fisica, l’altra al mondo “divino”, ultraterreno, invisibile o comunque lo si voglia chiamare.
Chiedi e ti sarà dato
Ai giorni d’oggi l’argomento non ha smesso di esercitare il suo fascino tanto da aver conquistato diversi studiosi, primo fra tutti il ricercatore e divulgatore spirituale Gian Marco Bragadin, che all’interpretazione di segni e coincidenze ha dedicato quasi l’intera vita. Fra i suoi libri più famosi sull’argomento va citato “Segnianalisi – Come interpretare segni e coincidenze”, dedicato interamente all’interpretazione dei segnali che l’Universo ci invia nella quotidianità.
Nell’universo di Bragadin, che è anche il nostro, nulla avviene a caso, non esistono coincidenze prive di senso ma ogni evento ha in sé qualcosa di miracoloso, anche il meno sospetto. Nel suo libro e nelle numerose conferenze, il ricercatore ci conduce nel mondo dell’”a-causale” portando esempi concreti, fatti realmente accaduti a conoscenti, ammiratori, amici. Fra le tante storie analizzate il ricercatore riporta quello di una ragazza che sospettava il tradimento del fidanzato. Finché una mattina, mentre era al bar con un’amica, un uomo, di fronte a lei, aprì il giornale. Le cadde l’occhio sulla pagina ove era scritto, a caratteri cubitali, “Tony ha tradito”. Tony, guarda caso, era il nomignolo con cui era solita chiamare il fidanzato ma il giornale si riferiva al caso di un calciatore omonimo che aveva abbandonato una squadra. Sta di fatto che per lei il segno fu inequivocabile. Puro caso o coincidenza del destino? Secondo Bragadin ovviamente si trattò di un segno, a dimostrazione che l’Universo risponde a chi chiede e che gli eventi non dipendono esclusivamente dal principio di causa ed effetto, c’è qualcosa che ci sfugge ma che ci lega.
Tutti noi siamo circondati da segni e coincidenze
In realtà anche chi non chiede è circondato di messaggi simbolici, persino noi in questo momento, consapevoli o meno, siamo attorniati, secondo Bragadin, da eventi, segni, coincidenze. Perché non ce ne accorgiamo? Perché il loro linguaggio non è verbale ma simbolico, rigettato dalla nostra cultura materialista, progressivamente allontanatasi dalla Madre Terra e dalle dimensioni invisibili, ben note a molti popoli dell’antichità.
Personalmente sono convinta che le teorie di Bragadin siano tutt’altro che farneticanti, nella mia vita ho sperimentato più volte la loro efficacia, anche prima di venirne a conoscenza. Penso a quando anni fa chiesi a Dio, inteso come Universo ma anche anima, di condurmi professionalmente nella direzione giusta, indipendentemente dai desideri del mio Ego. Nel giro di qualche mese, o forse meno, ricevetti una proposta interessante da parte di una testata giornalistica, in un momento della vita del tutto inaspettato e a onor del vero meno indicato per iniziare la carriera. Ma era un’occasione da cogliere al volo e lo sforzo che avrebbe comportato mentre stavo per partorire mio figlio altro non era che un modo per mettermi alla prova, per verificare se ci tenevo davvero e se ero pronta a sostenere il mio sogno. A dimostrazione che l’Universo risponde e se il desiderio non è egoistico, lo fa con una certa celerità. Diversamente accade, secondo il mio personale parere, quando i desideri non sono motivati dall’amore o da una ricerca interiore sincera, in quei casi la risposta arriva comunque ma l’Universo tende ad allungare i tempi, quasi per dissuaderci dal proposito. Se questo rimane inalterato prima o poi si esaudisce ma solitamente è un disastro.
Il mio caso assomiglia molto a quello di Carol Adrienne, riportato da Bragadin, la quale in un momento di indecisione professionale, chiese all’Universo di aiutarla a scegliere: “Questo è ciò che so fare, questo è ciò che sono. Tirami fuori di qui, perché non so che cosa decidere”. Nel giro di una settimana le giunsero proposte per conferenze e incontri e addirittura ebbe modo di conoscere James Redfield, con cui più tardi scrisse un libro. Un altro esempio di come l’Universo risponda sempre alle nostre richieste, purché motivate da un sincero interesse.
Segni e coincidenze nella quotidianità
Ma i segni e le coincidenze, come premesso, riguardano anche la quotidianità, succede quando si sbaglia strada, quando si prende una multa per divieto di sosta, quando tutt’a un tratto una scritta apparentemente banale cattura la nostra attenzione. La strada, per esempio, è simbolo del percorso esistenziale e Bragadin ci spiega come ciò che succede mentre la percorriamo non sia altro che un segnale da decifrare per comprendere in che direzione stiamo andando nella vita. Un altro esempio è l’orologio, simbolo del tempo che passa: se si ferma indicherà un blocco esistenziale, se rallenta un bisogno di diminuire i ritmi e via dicendo. Nel suo “Dizionario dei segni”, sezione presente in fondo al volume “Segnianalisi”, l’autore ci insegna ad interpretarli in modo semplice e chiaro.
Ma dove sta, si chiederanno in molti, il libero arbitrio? Per Bragadin esso rappresenta la possibilità che abbiamo di respingere o accettare il fatto che la vita sia in qualche modo governata dal Destino, ribellandoci o accettando le prove che essa ci invia. Ci tengo a precisare che nulla ci vieta di credere diversamente ma è bene considerare qualunque punto di vista, utilizzandolo come spunto per riflettere e metterci in discussione.
Laura De Rosa