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ANALFABETISMO FUNZIONALE

  • Categoria: Vari
  • Pubblicato: Sabato, 17 Aprile 2021 00:00
  • Scritto da Maria Grazia Sereni

analfabetismo funzionale

Partiamo dalla definizione di analfabetismo funzionale, così come cristallizzata dall'UNESCO già nel 1984. "L'analfabetismo funzionale è la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità".

L'analfabeta funzionale, quindi, è una persona che sa leggere, scrivere (altrimenti sarebbe definibile analfabeta) ed esprimersi in modo sostanzialmente corretto. Non è in grado, però, di raggiungere un adeguato livello di comprensione e analisi di un discorso complesso. Volendo identificare i caratteri distintivi dell'analfabeta funzionale, si potrebbero elencare i seguenti:

  • Incapacità di comprensione adeguata di testi pensati per una persona comune, come articoli di giornale, regolamenti o bollette;
  • Difficoltà nell'esecuzione di calcoli matematici semplici, come gli sconti in un negozio o la tenuta della contabilità casalinga;
  • Difficoltà nell'utilizzo degli strumenti informatici;
  • Conoscenza superficiale degli eventi storici, politici, scientifici, sociali ed economici.

Da questo elenco sintetico è chiaro come l'analfabetismo funzionale rappresenti un problema molto serio nella vita di tutti i giorni. Un ostacolo che si frappone fra la persona e le attività più ricorrenti del quotidiano. Ecco perché chiede di essere affrontato in maniera decisa e altrettanto seria.

Ci sono diverse ricerche che hanno tentato di misurare il livello di analfabetismo funzionale in Italia. I dati più attendibili a cui far riferimento sono quelli dell'indagine Piaac – Ocse (2019). Secondo queste statistiche, in Italia, il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Il dato è tra i più alti in Europa, eguagliato dalla Spagna e superato solo dalla Turchia (47%).

La serietà e l'ampiezza del problema rendono necessarie e urgenti le contromisure. Per arginare il fenomeno dell'analfabetismo funzionale occorre innanzitutto restituire il giusto valore a due attori fondamentali: la famiglia e la scuola. È all'interno di queste due dimensioni che possono essere messe in atto le azioni più importanti per contrastare l'analfabetismo funzionale. E l'alleato più forte è senza dubbio la lettura.

Un primo utilissimo passo è realizzare un'analisi delle proprie abitudini e di quelle connesse al proprio nucleo familiare. Poche semplici domande, le cui risposte permettono di tracciare un primo quadro della situazione: spendiamo del tempo a leggere? Leggiamo abbastanza? Stiamo educando i figli alla lettura? Lasciare ai libri il giusto spazio in casa è fondamentale.

La scuola è il luogo in cui l'analfabetismo funzionale si manifesta in modo massiccio ed evidente. Molti professori lamentano l'impossibilità di portare avanti in maniera adeguata le lezioni proprio per le difficoltà di comprensione che hanno gli alunni. Infatti, quando viene a mancare l'abilità di ricostruire il significato di un testo, tramite il contributo e l'unione di quelle che sono le informazioni e le nozioni già presenti in memoria, diventa difficile anche comprendere la traccia di un tema scolastico o il quesito di un problema. Per fortuna, però, la didattica ha mille risorse che permettono di contrastare il fenomeno dell'analfabetismo funzionale. Il mix giusto è una combinazione equilibrata di metodologie classiche e più innovative. Dal bagaglio tradizionale della scuola, ad esempio, vale la pena di ritirare fuori, di tanto in tanto, vecchie abitudini come i riassunti e le sintesi, che aiutano il ragazzo a selezionare le informazioni, a comprenderle fino in fondo e poi a ricomporle in un testo nuovo. Dall'altra parte, invece, anche gli strumenti digitali possono fornire un valido supporto ai docenti. Attraverso elementi come la LIM e i tablet, infatti, è possibile costruire delle lezioni interattive che vadano a stimolare in modo nuovo i ragazzi. In questo modo, la didattica si allarga, conquista nuovi spazi, si fa interattiva, relazionale, sociale.

(da un articolo sul magazine “l’Orientamento”)