“Non possiamo restaurare la nostra salute e il nostro benessere se non restauriamo la salute del pianeta.”

Questa citazione è del professor T. Roszak, padre fondatore dell’ecopsicologia.

E, se esaminiamo la questione con mente aperta, è contro intuitivo che il benessere dell’ambiente in cui viviamo, compresi anche i nostri coinquilini, rappresenti la capacità di prendere contatto con le nostre radici.

Il prof. Roszak pone l’individuo in una posizione non più antropocentrica ma ecocentrica, promuovendo un’ampia e rivoluzionaria visione dell’essere umano e del mondo in cui il benessere individuale si nutre del senso di appartenenza alla Terra.

L’uomo moderno ha perso contatto con le sue radici, vivendo in una quotidianità invasa da tecnologie sempre più sofisticate che nulla hanno a che vedere con il senso stesso della vita.

L’ecopsicologia trae spunto dalla psicologia, dall’ecologia, dall’epistemologia, dalla filosofia e dalla mitologia. Non è un campo di conoscenza definito, ma abbraccia qualsiasi prospettiva con il fine di sviluppare una coscienza del Sé all’interno del proprio ambiente.

Gli strumenti di lavoro vanno dal counselling, alle tecniche di rilassamento, al trekking.

La natura diviene lo studio del terapeuta, dove i suoni (canto degli uccelli, onde del mare, suono del vento ecc.), i colori (dell’erba, dei fiori, del cielo, del mare e così via), i profumi (della primavera, di fiori, del mare ecc.) e i ritmi (delle stagioni, circadiani ecc.) favoriscono un rilassamento progressivo e una condizione di benessere interiore.

Ma l’ecopsicologia è anche un percorso di educazione ambientale rivolto a insegnanti, genitori ed esperti del settore ambiente.

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