CERVICALGIA 2
- Categoria: Salute
- Pubblicato: Venerdì, 17 Marzo 2017 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Chi non ha mai sofferto di cervicalgia? Il seguente articolo è utilissimo per tutti coloro che sono soggetti ai dolori cervicali che, è vero, non sono tra i più invalidanti, ma sono molto, molto fastidiosi.
Rigidità del collo, senso di nausea, vertigini, mal di testa, formicolio e intorpidimento a livello delle spalle e delle braccia fino alle mani, problemi alla vista (offuscamento) e all’udito (ronzio), perdita dell’equilibrio e tachicardia: sono gli sgradevoli sintomi del dolore cervicale (o cervicalgia), che ogni anno affligge il 30-50% della popolazione, colpendo di più le donne e le persone di mezza età, soprattutto nelle ore mattutine. Le cause di questo problema sono varie e di differente natura, comprendendo sedentarietà e scarsa attività fisica, scorretta postura, sforzi eccessivi e fattori traumatici (colpo di frusta, lesioni ai muscoli e alle articolazioni del collo, colpi di freddo), malocclusione dentale, gengiviti e mancanza di un molare, patologie gastrointestinali (gastrite o disturbi a carico della cistifellea) e condizioni di stress psico-fisico.
In questa sede ci soffermeremo proprio su quest’ultime, che ci invitano a una lettura psicosomatica del dolore cervicale.
«Una grossa fetta di cervicalgie sono dovute a somatizzazione d’ansia e quindi oltre ai rimedi classici per la cervicartrosi occorre trattare anche l’ansia. Il dolore cervicale è praticamente un irrigidimento dei muscoli di collo e spalle nello “sforzo di adattarsi” alle richieste provenienti dall’ambiente esterno. Per tali motivi dobbiamo imparare a leggere nelle diverse posture del collo rilevate sia all’esame obbiettivo che con la radiologia il risvolto psico-caratteriale del paziente che abbiamo di fronte, che ci sarà di grande aiuto nella scelta del rimedio di fondo (simillum)», scrive il dott. Pietro Prandi.
Composto da sette vertebre site nella zona posteriore del collo, il tratto cervicale rappresenta il vero tramite tra la testa e il resto del corpo, la razionalità e le emozioni, il pensiero e l’azione. Si tratta di una struttura molto complessa che ci informa sullo stato di equilibrio del nostro organismo, formata da due parti ben distinte dal punto di vista anatomico e funzionale (rachide cervicale superiore o “sotto-occipitale” e rachide cervicale inferiore), che si completano a vicenda nella realizzazione di movimenti puri di rotazione, inclinazione o flesso-estensione del capo.
Attraversato dal segmento superiore del midollo spinale, dalle radici dei nervi del plesso brachiale e dai vasi sanguigni vertebrali, il tratto cervicale costituisce una delle tre curve fisiologiche della colonna vertebrale (lordosi cervicale, cifosi dorsale, lordosi lombare) e riveste il ruolo fondamentale di supporto per il capo, consentendo al contempo ampi gradi di movimento per ottimizzare la funzione degli organi di senso che si trovano nel cranio, su tutti la vista. L’informazione proveniente dai meccanorecettori siti nelle strutture del collo è cruciale per interpretare i messaggi vestibolari e controllare le risposte motorie basate sui messaggi visivi: ecco perché il dolore cervicale può avere anche gravi conseguenze funzionali.
Quale accumulatrice di tensioni dovute a stati emotivi, la fascia cervicale è la più soggetta a contratture legate allo stress nervoso, che si traducono nella spiacevole sensazione di un collo legato, irrigidito, non più flessibile ed elastico e privato della sua fondamentale funzione di raccordo. Testa e corpo si mantengono distanti e paiono non dialogare più tra di loro: si viene così a creare un rapporto rigido, dove le emozioni tendono a sottostare rispetto al pensiero.
Secondo la lettura psicosomatica, il dolore cervicale colpisce individui unidirezionali, rigidi, particolarmente razionali, precisi e con alto senso di responsabilità, incapaci di cogliere ciò che avviene intorno a loro e di vivere appieno ogni stimolo. Se all’origine della cervicalgia vi sono fattori quali ansia, stress o altri disagi psicologici si rivela dunque utile l’interpretazione della postura del collo, poiché ogni deformazione del tratto cervicale nasconde un preciso significato simbolico.
Un “collo dritto” che ha perso la sua naturale curva fisiologica, ad esempio, tiene la testa troppo distante dal resto del corpo e rivela una persona rigida che cerca di tener lontane le emozioni.
Diverso il caso del “collo paradosso”, caratterizzato dall’inversione della curvatura cervicale, che testimonia che siamo di fronte a un individuo ostinato tendente a fare tutto al contrario (il cosiddetto “bastiancontrario”) o l’esatto opposto di quello che vorrebbe.
Veniamo dunque al caso del paziente “senza collo”, una situazione dovuta all’iperlordosi cervicale che comporta una riduzione degli spazi intervertebrali e un accorciamento della colonna. Questo caso riflette una persona concreta e resistente, purtroppo però gravata da pesi emotivi e schiacciata dal senso di responsabilità.
Che dire poi del “collo in avanti”? Semplicemente che le vertebre superiori tendono a diventare sempre più rettilinee mentre quelle inferiori si curvano, un simbolo degli individui frenetici, sempre di corsa e protesi verso il futuro, che soffrono di ansia di anticipazione e non riescono a invertire la rotta anche quando necessario.
Nel “collo inclinato” le vertebre sono tutte chinate verso un lato, come se il paziente fosse soddisfatto solo di un aspetto della sua vita, il razionale-logico o l’irrazionale-istintivo.
Infine, il “collo ruotato” presenta la parziale torsione di due o più vertebre, denotando un individuo diplomatico, teso a controllare ogni situazione e a tener buoni rapporti con tutti.
La cervicalgia che ha un’origine psicosomatica può essere trattata con numerosi rimedi, dall’omeopatia all’aromaterapia, dalla fitoterapia alla floriterapia, dalla ginnastica dolce alle tecniche di relax, fino alla fisioterapia e alla fisiokinesiterapia.
Per quanto riguarda i rimedi sintomatici omeopatici, i più utilizzati in caso di dolore cervicale sono l’Actaea Racemosa (indicata per rigidità da contrattura muscolare, colpi di freddo, problemi di postura), il Gelsemium (ottimo per trattare vertigini e tremori) e la Lachnantes Tintoria (perfetta per il torcicollo da contrattura muscolare e nel caso della testa piegata verso il lato contratto).
Se invece volete affidarvi al potere terapeutico degli oli essenziali (aromaterapia), i più indicati per trattare la cervicalgia sono quelli con spiccata attività rubefacente, che richiamano il sangue negli strati più superficiali della pelle, sviluppando calore e sfiammando quelli sottostanti. Tali essenze, per uso esterno, devono essere diluite (3 gocce) in un cucchiaio di olio di arnica o impiegate con una crema neutra per massaggi. Le migliori si rivelano quelle di abete bianco (analgesica, antinfiammatoria e capace di aumentare la circolazione sanguigna locale), di ginepro (utile anche in caso di artrosi, artrite, gotta, dolori reumatici e altre infiammazioni a carico del sistema osteoarticolare) e infine di zenzero (valida in funzione antidolorifica per combattere non solo il dolore cervicale ma anche mal di testa, mal di schiena, traumi, strappi e stiramenti).
Nel campo della fitoterapia vi sono molte piante con proprietà antinfiammatorie dell’apparato osteoarticolare, grazie alla loro capacità di inibire la sintesi delle prostaglandine (PGE2), responsabili del dolore, senza complicazioni a livello gastrointestinale. In forma di tinture madri, estratti secchi, unguenti o pomate possono essere validamente impiegati l’artiglio del diavolo, la boswellia, la spirea e la curcuma. Tra i rimedi naturali possono rivelarsi ottimi anche i fiori di Bach.
Il Rock Water dona flessibilità mentale ed elasticità caratteriale, rivelandosi utile per individui chiusi, poco inclini al confronto, che non si mettono mai in discussione e s’impongono una vita troppo controllata, ispirata ad alti ideali di perfezione ma priva dell’aspetto ludico. In alternativa può esser consigliato l’Oak, noto per le sue proprietà calmanti e adatto a individui energici, frenetici, con un alto senso del dovere, che non si concedono mai un momento di relax.
Oltre che con la fisioterapia o fisiokinesiterapia, la cervicalgia può esser combattuta anche con tecniche di relax (su tutte lo yoga) o più semplicemente con la ginnastica dolce, ottima in funzione preventiva. In chiave anticervicale cercate inoltre di coprirvi bene durante le giornate fredde, non condurre una vita troppo sedentaria, svolgere una regolare attività fisica e mantenere sempre una corretta postura, sia quando si eseguono sforzi muscolari che durante le lunghe ore trascorse in ufficio davanti al computer.
Esercizi per ridurre il Dolore Cervicale
Ecco dunque alcuni semplici esercizi per contrastare l’irrigidimento della colonna cervicale, mobilizzare il collo e sciogliere le tensioni.
In piedi oppure seduti su uno sgabello con i piedi a terra, la testa eretta e la schiena ben dritta, eseguite cinque circonduzioni complete della testa in senso orario e altre cinque in senso antiorario, senza mai fermarvi. Un esercizio ottimo per mobilizzare il collo, che vi apporterà un immediato sollievo.
Nella stessa posizione sono possibili numerosi altri esercizi: flettete la testa alternativamente a destra e a sinistra per 10 volte di seguito senza ruotare le spalle, avvicinando l’orecchio alla spalla; ruotate la testa prima a destra e poi a sinistra sempre per 10 volte di seguito, oppure inclinate la testa avvicinando il mento alla spalla, alternativamente a destra e a sinistra ripetendo 10 volte l’esercizio.
Ancora seduti sul vostro sgabello, questa volte con le braccia distese lungo i fianchi, flettete la testa in avanti cercando di avvicinare il più possibile il mento al petto e rimanendo fermi per 10 secondi: dopo esser tornati alla posizione originaria, portate la testa indietro e restate immobili per 10 secondi, prima di tornare con la testa dritta per ripetere l’esercizio.
Nella stessa posizione, con la testa ben eretta portate il mento in avanti per 10 secondi, tornate alla posizione originaria e spingete il mento indietro per altri dieci secondi. Un movimento che ricorda quello tipico di Totò! Infine, un valido esercizio in piedi consiste nel tenere un braccio disteso in alto e l’altro in basso, spingendoli entrambi indietro e poi invertendoli per eseguire un’altra serie.
Fortunatamente, le alternative naturali e non farmacologiche per combattere la cervicalgia di origine psicosomatica non mancano.
Marco Grilli