ABULIA
- Categoria: Salute
- Pubblicato: Giovedì, 06 Aprile 2017 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Un disturbo che è, purtroppo, in crescita in una società che poca attenzione presta alle persone. Allora leggiamo con interesse questo bell’articolo.
C’è chi la chiama apatia, chi preferisce termini più generici come ‘pigrizia’ o ‘svogliatezza’. Ma anche chi la identifica in uno stato psico-fisico di totale indolenza. Comunque la si definisca, l’abulia è un vero e proprio disturbo neurologico che la comunità scientifica ha riconosciuto come tale nel 1938.
Da allora, lo studio di questa patologia è andato avanti. Purtroppo, non è riuscito ancora a svelarne le peculiarità più pregnanti.
Abulia cos’è
Quando ci si trova di fronte alla perdita di volontà, di motivazione e la parziale o totale incapacità di affrontare ogni giornata con lo spirito giusto si parla di abulia. Questa condizione è un vero e proprio disturbo di origine neurologica.
Affligge l’individuo costringendolo a un’indolenza molto accentuata. Nonostante la scienza riconosca l’abulia come malattia neurologica, ancora oggi la comunità scientifica è divisa sulla definizione esatta di questo disturbo.
Non c’è accordo, ad esempio, sul fatto che l’abulia possa essere un sintomo di una condizione patologica più profonda o una malattia transitoria, a sé stante, priva di altre implicazioni psicologiche. Di sicuro, quando l’abulia si manifesta con una mancanza totale di volontà e di capacità di reazione. Quando questa condizione non è più transitoria, significa che il disturbo è diventato patologico e che occorre affrontarlo tempestivamente.
Abulia sintomi
Nello studio e nella valutazione dell’abulia bisogna considerare diversi fattori. Occorre tenere la gravità in cui si manifesta la malattia e il tempo trascorso dalla comparsa dei primi sintomi.
Già, ma quali sono i sintomi clinici più riconoscibili in caso di abulia? Non è facile circoscriverli, ma è molto facile confonderli con momenti di semplice pigrizia e indolenza.
Abulia: di cosa si tratta, precisamente?
In realtà, l’abulia è considerata da molti esperti come un disordine della volontà che incide anche sulle normali funzionalità muscolari. In pratica, l’individuo è in grado di fare qualsiasi cosa (parlare, interagire, muoversi) e di prendere decisioni. Ma la sua predisposizione a compiere queste azioni è ridotta o, nei casi più gravi, del tutto assente.
L’abulia, infatti, può essere latente o schiacciante e arrivare a compromettere la capacità dei muscoli di rispondere agli impulsi del cervello. Generalmente, i sintomi più diffusi di questa patologia sono così riassumibili:
- Difficoltà di intraprendere e sostenere per il tempo necessario all’azione movimenti anche semplici. Sollevare un bicchiere d’acqua, reggere uno spazzolino mentre ci si lava i denti o trattenere un oggetto.
- Incapacità di partecipare attivamente ad una conversazione e conseguente riduzione della vita sociale.
- Scarso interesse al gioco e allo svago.
- Ridotta risposta emotiva nei confronti dell’ambiente circostante e di altri individui.
Nei casi di abulia più gravi, inoltre, gli esperti hanno osservato anche disordini alimentari derivati dall’incapacità di masticare e deglutire. Al disturbo possono associarsi, inoltre, problemi di concentrazione e attenzione. E’ chiaro che siamo di fronte a un disturbo molto difficile da individuare e riconoscere. Clinicamente, infatti, l’abulia è simile a tanti altri disturbi derivanti dalla riduzione della motivazione decisamente meno gravi o transitori.
Abulia cause
Come anticipato, non è ancora chiaro se l’abulia sia una complicanza di altre malattie neurologiche o possa essere considerata come disturbo indipendente. Certo è che l’abulia si manifesta prevalentemente come conseguenza di uno stato depressivo di gravità variabile.
Studi scientifici, inoltre, dimostrano che l’abulia può derivare anche da traumi cranici, emorragie, schizofrenie, demenze e morbo di Parkinson. Anche gli stati d’ansia e l’abuso di alcol possono essere fattori scatenanti.
Abulia cure e rimedi naturali
Nei casi meno gravi, oltre all’aiuto di uno specialista che valuterà la terapia migliore da intraprendere, l’abulia può essere affrontata anche con l’ausilio di rimedi naturali. Un po’ come per la depressione, la prima cura del nostro malessere interiore è già presente in noi ed è la forza di volontà.
La spinta e il coraggio di cambiare le carte in tavola, stravolgendo quegli schemi che per anni ci hanno portato a definire ruoli e comportamenti che tendiamo a ripetere oramai in modo automatico. Senza negare l’efficacia delle cure farmacologiche e di un supporto psicologico adeguato, si può fare appello anche al valore terapeutico della natura.
Immergersi nel verde, fare una passeggiata, camminare a piedi nudi sull’erba, sono esperienze positive che oltre a indurre una condizione di rilassamento. Consentiranno alla nostra mente di svuotarsi dai pensieri negativi.
Un altro strumento molto utile per contrastare i disturbi dell’umore e della volontà è la Pet Therapy. Nel corso dell’ultimo decennio ha avuto risultati provati nel trattamento di disturbi del comportamento e nell’autismo nei bambini e nella riabilitazione dopo gravi traumi.
Questa terapia mira proprio al miglioramento delle capacità motorie, a infondere motivazione rispetto all’azione, ad aumentare l’autostima e stimolare l’interazione sociale. Tutte cose che l’abulia tende a reprimere inesorabilmente.
Abulia rimedi fitoterapici
Ma passiamo ai rimedi fitoterapici più indicati per la cura degli stati depressivi e di apatia. In fitoterapia si utilizzano erbe o piante officinali, Fiori di Bach, olii essenziali e minerali. Aiutano a contrastare questo disturbo dell’umore attraverso un approccio olistico.
Le erbe officinali più indicate, in particolare, sono quelle con principi attivi antidepressivi o capaci di migliorare la qualità del sonno. Ecco di cosa si tratta:
A) Iperico:
L’iperico (Hypericum Perforatum) è considerato da secoli un rimedio naturale molto efficace per la cura dell’ansia e per le alterazioni dell’umore. L’azione antidepressiva svolta dall’iperico è scientificamente provata. Diversi studi, infatti, hanno dimostrato che il suo estratto limita il riassorbimento di due neuro recettori, la noradrenalina e la dopamina, responsabili degli stati depressivi, sbalzi d’umore ed esaurimento nervoso. Le sue proprietà sono attribuite principalmente ai flavonoidi, in particolare all’ ipericina, dalle spiccate virtù antidepressive.
B) La Rodiola
La rodiola (Rhodiola Rosea) sembra essere in grado di agire sulla modulazione dell’umore garantendo un’azione di contrasto alla depressione e all’ansia. Va comunque ribadito che non ne sono scientificamente confermati gli effetti.
Sembra anche che la pianta inibisca l’enzima catecol-O-metil-transferasi (COMT), che catabolizza la serotonina e la dopamina a sostanze inattive, aumentando in tal modo i livelli intracerebrali di questi neurotrasmettitori ad azione antidepressiva e psicostimolante.
C) La Griffonia
Veniamo infine alla griffonia(Griffonia simplicifolia). Sono i semi nei baccelli della griffonia a contenere i principi attivi più importanti nella fitoterapia. Una notevole quantità del cosiddetto 5-HTP, vale a dire 5-idrossidi-triptofano. Senza troppi paroloni, si tratta di un sintetizzatore naturale della serotonina che è l’ormone che nel nostro organismo agisce da stabilizzatore dell’umore, del sonno e dell’appetito.
Questi semi sono infatti ricchi di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina, un neurotrasmettitore dedicato all’umore. È per questo che attraverso l’assunzione della griffonia (come di altri antidepressivi naturali, quali la malva, il ginseng e l’iperico) è possibile aumentare i livelli di serotonina presenti nel corpo. In questo modo, riesce a combattere stati depressivi, di ansia, disturbi alimentari, insonnia, fame nervosa.
Quelli che abbiamo proposti sono terapie naturali che non devono in nessun caso sostituire una terapia farmacologica adeguata e un supporto specialistico. Gli stati depressivi, l’abulia o gli stati d’ansia sono vere e proprie malattie neurologiche. Di fronte a questi disturbi, la natura può fornirci un sostegno complementare valido, ma non risolutivo.
Eryeffe