CIBI ACIDI
- Categoria: Alimentazione
- Pubblicato: Venerdì, 10 Marzo 2017 00:00
- Scritto da ADMIN
Non è semplice definire un cibo acido o basico perché a volte dipende anche dal tipo di cottura o dal tipo di abbinamento, come pur dal tipo di produzione. Allora leggiamo con interesse il seguente articolo per attenerci a principi corretti di alimentazione.
Perché limitare l’assunzione di cibi acidificanti? E quali sono?
Un piccolo excursus è necessario. Una dieta corretta e bilanciata dovrebbe prevedere un apporto di alimenti ad azione alcalinizzante pari all’80% e di cibi acidificanti pari al 20% del totale ingerito giornalmente. Tutto ciò contribuisce a mantenere inalterato il pH dei tessuti e a non esporre l’organismo a patologie legate all’accumulo eccessivo e prolungato nel tempo di tossine.
La formazione di acidi nell’organismo è dovuta, infatti, sia alla naturale e fisiologica distruzione ed eliminazione delle cellule degradate – che concorre alla formazione di ammoniaca e di acidi urici – sia all’alimentazione, che può determinare alterazioni significative del pH, specie se unita a fattori di tipo ambientale, farmacologico, microbiologico ed endogeno che favoriscono l’insorgenza di quella che in gergo medico viene definita ‘acidità tessutale‘.
Pomodori: fanno parte di quei cibi che, se sottoposti a lunghe cotture, possono diventare acidificanti, sopratutto se ingeriti insieme ad alimenti altamente proteici, zuccherini o ricchi di carboidrati
Ciò nonostante, una dieta sana ed equilibrata – costituita, cioè, da pochi alimenti ad azione acidificante – rimane uno dei pochi fattori determinati e altamente controllabili che possiamo utilizzare a nostro favore per mantenere bassi i livelli di acidità nei tessuti, nel sangue e negli organi vitali e prevenire l’insorgenza di malattie (es. malattie cardiovascolari) e stati infiammatori che col tempo possono cronicizzarsi o evolversi in patologie più serie.
In altre parole, mantenere un rapporto acido/basico ottimale assicura al nostro organismo la condizione ‘biologica’ ideale per rimanere in salute più a lungo. Vediamo, dunque, quali sono i cibi acidificanti e come limitarne il consumo nell’alimentazione quotidiana.
Cibi acidificanti quali sono
Come abbiamo visto, preservare il delicato equilibro tra acidità e alcalinità è fondamentale per prevenire l’insorgenza di stati patologici anche gravi e di varia origine. La presenza di elementi acidi nell’organismo può essere considerata normale finché non supera la capacità del corpo di assorbire e neutralizzare tali sostanze. Un terreno biologico eccessivamente acido nell’organismo può minare la stabilità del sistema immunitario ed esporci a infezioni sopratutto a livello tessutale e negli organi più sensibili all’accumulo di tossine.
In generale, sono ritenuti acidificanti quegli alimenti ad alto contenuto di zuccheri e lieviti, gli alimenti fermentati, raffinati, cotti al microonde o molto trattati. I cereali e loro derivati, come farro, grano, orzo, avena, riso, segale, mais, pane e pasta, ad esempio, rappresentano alcuni degli alimenti maggiormente acidificanti.
Anche alcuni tipi di legumi come ceci, fagioli bianchi e lenticchie svolgono un’azione acidificante nell’organismo, al pari di uova, miele, carni bianche e rosse, zucchero, gamberetti, merluzzo e salmone.
Cibi acidificanti e cibi alcalinizzanti
Per valutare l’acidità o l’alcalinità di un alimento si può partire dalla valutazione di sali minerali in esso contenuti. Tanto più un alimento è ricco di sodio, potassio, magnesio e calcio tanto più la sua azione sarà basica, quindi alcalinizzante, poiché questi sali minerali sono in grado di riportare su livelli ottimali il rapporto acido-basico dell’organismo.
Anche se la maggior parte della frutta e della verdura (consumata cruda) presenta queste caratteristiche, restano alcune eccezioni: la frutta secca (noci, nocciole, anacardi, arachidi), le prugne e i mirtilli sono considerarti lievemente acidificanti poiché il loro Ph si aggira fra il 3 e il 5.5.
Al contrario, frutti come l’anguria, fichi e datteri secchi, la mela e la pera, l’uva, il kiwi, l’albicocca, la pesca, l’ananas, il melone, il mango, il frutto della passione, il mangostano, le bacche (tranne i mirtilli), i cachi e l’avocado hanno un pH che oscilla tra 6 e il 7.5, ideale per aumentare il livello basico dell’organismo. Una convinzione del tutto errata è quella riguardante la presunta acidità degli agrumi poiché l’acido ascorbico è un acido organico che una volta ingerito, in condizioni generali di buona salute psico-fisica – viene trasformato in un elemento basico.
Per quanto riguarda i condimenti e le spezie, possiamo ritenere sicuri anche sale integrale, aceto di mele, oli di oliva, mais e girasole e alle erbe aromatiche. Attenzione, invece, ai condimenti molto trattati e di origine industriale come la maionese e il ketchup.
Cibi acidificanti e alimentazione
Per semplificare, possiamo dire che ogni alimento è ritenuto acidificante se il suo pH si aggira intorno al 2 e 4.5. Formaggi stagionati, yogurt dolcificato, burro, gelato, panna industriale, uova intere e carni e insaccati, come abbiamo visto, sono da considerarsi altamente acidificanti. Allo stesso modo, devono essere evitati anche il cosiddetto cibo spazzatura (snack dolci e salati, bibite gassate, succhi di frutta industriali, caramelle e dolciumi) e limitati drasticamente anche alcolici e cibi precotti.
Oltre a limitare il consumo di determinati cibi e bevande, un altro modo per controllare i livelli di acidità e alcalinità è quello di prestare attenzione alle combinazioni alimentari: ci sono cibi basici che, se sottoposti a lunghe cotture, possono diventare acidificanti sopratutto se ingeriti insieme ad alimenti altamente proteici, zuccherini o ricchi di carboidrati. E’ il caso di spinaci, melanzane e pomodori, di per sé non sono cibi acidificanti, ma lo possono diventare.