Cocci il facocero se ne andava tranquillo per la savana in cerca di cibo. Per l’acqua, anche per oggi, aveva perso le speranze, ma poteva ancora attendere.

Il cibo invece gli era necessario: di lì a poco, dopo la stagione delle piogge, le sue femmine, Coccina, Coccetta e Coccella, sarebbero state disponibili all’accoppiamento, quindi gli sarebbe servito essere nel pieno del vigore.

Si inginocchiò sulle zampe anteriori e cominciò a scavare il terreno con le zanne in cerca di tuberi. Che poco dopo riempivano la sua capiente bocca.

Poi tornò nel bush dove lo attendevano le sue mogli che parlottavano agitate.

“Che c’è?” chiese Cocci.

“Stamani siamo state inseguite da una leonessa. Siamo ancora molto agitate.”

“E come avete fatto a sfuggirle?”

“Ci siamo infilate in retromarcia in una tana vuota. Era molto grande e, quando la leonessa ha notato le nostre zanne, se n’è andata in cerca di qualche altra preda. Però siamo ancora molto spaventate. Non potremmo andare a vivere in un altro posto meno pericoloso?”

“Non so se ne esistano da queste parti. Avete mangiato?” tergiversò Cocci.

“Non ancora. Ma se tu ci accompagni, potremmo andare ora in cerca di qualche bacca. Che ne dici?”

“D’accordo fifone!” sorrise Cocci.

Durante la loro ricerca di cibo, incontrarono un amico, Hercule Facocerot, l’investigatore privato più famoso tra i facoceri.

Coccina allora non seppe resistere. Raccontò all’amico quanto era successo e gli chiese se esisteva da quelle parti un luogo meno pericoloso in cui vivere.

“Se devo essere sincero non lo so, ma posso fare delle ricerche. Quando l’avrò trovato, vi contatterò. Arrivederci, cari amici, farò del mio meglio per accontentarvi” concluse Hercule Facocerot.

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