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AVVERSIONE, INCLINAZIONE, VOLONTA'

  • Categoria: Racconti
  • Pubblicato: Lunedì, 15 Luglio 2024 00:00
  • Scritto da Maria Grazia Sereni


Ritratti di parole

Avversione era un pappagallo molto antipatico. Non c’era umano che lo potesse avvicinare senza rischiare di essere ferito dal suo becco adunco e robusto. Inoltre gli piaceva molto imprecare come aveva imparato dal suo primo compagno – un marinaio che lo aveva acquistato per pochi soldi da un collega.

Con queste premesse capite bene che nessuno era interessato ad avere rapporti con un simile soggetto.

Avversione se ne stava così sul suo trespolo in un negozio di animali, nell’attesa che qualcuno lo comprasse.

Un giorno entrarono in quel negozio due persone, mamma Inclinazione e figlia Volontà.

“Vorremmo un gattino, ne avete da mostrarci?” chiese Inclinazione al proprietario che le si era avvicinato.

“No, purtroppo non abbiamo gatti in questo momento. Cominceranno ad arrivare verso aprile. Però posso proporvi Avversione, questo bellissimo pappagallo. Non costa molto, sa, ed è di compagnia.”

Inclinazione inclinò il capo, guardò quegli occhi gialli che la stavano osservando e le sembrarono occhi cattivi.

Poi però rifletté che gli animali non sono infidi e crudeli come gli esseri umani e si avvicinò ad Avversione per guardarlo meglio.

In effetti si trattava di uno splendido esemplare di pappagallo con un piumaggio variopinto e una lunga coda.

“Che cosa ne dici, Volontà, ti piacerebbe questo bel pappagallo?”

“Preferirei un gattino…” sorrise Volontà, osservando il volatile.

Anche a lei quegli occhi gialli incutevano un po’ di timore.

“Allora torneremo in aprile. Grazie, arrivederci,” si congedò Inclinazione.

“Arrivederci un corno. Non voglio più vedervi!” sbraitò a quel punto Avversione.

Volontà si fermò, si girò e vide il pappagallo con le piume arruffate guardare nella loro direzione.

Ebbe la tentazione di tornare sulla sua decisione: le faceva tenerezza quel grande uccello colorato che parlava quasi come un essere umano.

“Andatevene brutte rospone, e smettetela di guardare. Via, via!” urlò di nuovo il pappagallo.

A quel punto il proprietario del negozio si avvicinò per farlo tacere, ma Avversione si lanciò contro di lui ferendogli una mano.

“Accidenti a te. Possibile che nessuno ti voglia? Sono stufo di questo maledetto volatile. Sentite voi. Se lo volete, ve lo regalo.”

“No, grazie,” rispose Volontà sempre più spaventata. “Io voglio un gatto!”