GORILLA ED EROS
- Categoria: Animali
- Pubblicato: Martedì, 28 Gennaio 2014 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Dagli studi approfonditi di George B. Schaller che studiò i gorilla per tre anni andando nei luoghi dove essi vivono liberi, si sa che questi primati trascorrono l’esistenza in piccoli gruppi guidati da un maschio anziano di almeno dieci anni, con il dorso coperto di pelo argentato, e sotto di lui i membri del gruppo sono molto ben inquadrati in una precisa gerarchia.
Una femmina partorisce un piccolo ogni tre anni e lo allatta per sei mesi senza mai allontanarsene, portandolo in braccio ovunque perché non è in grado di arrampicarsi, e carezzandolo di continuo.
Il piccolo, sempre seguito dall’occhio vigile della madre e degli altri adulti, passa il suo tempo
giocando continuamente e imparando le azioni della sua futura vita, osservando quello che fanno i “grandi”.
Il maschio adulto con il dorso argenteo più che un capoclan è un pater familias che tutto controlla con occhio attento, saggio, tollerante, lungimirante, teso all’armonia del suo clan, alla sicurezza dei piccoli – che sono quasi tutti figli suoi – e al bonario possesso delle sue tranquille femmine.
E, se qualche giovanotto del gruppo, dimenticando la sua posizione gerarchica, si avvicina a una femmina e le fa l’occhiolino, e insieme se ne vanno sotto un cespuglio, non è un fatto grave, succede poco o niente: ci scappa qualche urlaccio del capoclan, forse una sberla al mariuolo o un morso, poi tutto si ricompone e insieme si ricomincia a piluccare germogli e foglioline tenere.
Dunque, anche se ci pare inaccettabile, proviamo a immaginare come sarebbe stata e come sarebbe oggi l’umanità senza l’eros!
(dal libro “Animalismo e antropocentrismo” di Piero Bottali)