ERACLE E LE SUE FATICHE
- Categoria: Racconti
- Pubblicato: Sabato, 23 Marzo 2019 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Eracle è il più grande eroe greco figlio di Zeus e di Alcmena. Nacque a Tebe insieme al fratellastro Ificle, quest’ultimo figlio di Anfitrione. Era, la moglie di Zeus, accecata dall’odio e dalla gelosia, mandò due serpenti a uccidere i bambini nella culla. Eracle però era dotato di una straordinaria forza e riuscì a strozzare i rettili con le sue manine.
Il futuro eroe fu allevato da Anfitrione come un figlio, ma era un ragazzo impulsivo e irascibile perciò Anfitrione, spaventato dalla violenza del giovane, lo mandò a pascolare le greggi in montagna dove Eracle uccise un leone con la cui pelle si fece una veste.
Nei suoi peregrinaggi arrivò a Tebe che liberò da una schiavitù. Qui l’eroe si fece benvolere ed ebbe dal re in moglie sua figlia Megara.
Euristeo, cugino di Eracle, geloso della gloria ottenuto ottenuta dal suo rivale, gli ordinò di recarsi subito a Micene per entrare al suo servizio.
Eracle si rifiutò di ubbidire ed Era, per punirlo, lo fece impazzire al punto che egli uccise senza rendersene conto la moglie Megara e i loro figli. Rinsavito, l’eroe si recò a consultare l’oracolo di Delfi che gli impose di recarsi subito a Tirinto, su cui regnava Euristeo e di sottoporsi a qualsiasi ordine gli fosse stato imposto dal re.
Quest’ultimo gli ordinò di cimentarsi in ben 12 imprese molto pericolose, note come le 12 fatiche di Ercole.
La prima fu quella di affrontare il feroce leone che viveva nella selva Nemea e che devastava l’Argolide. Eracle lo uccise con la sola forza delle braccia e gli tolse la pelle che indossò come un trofeo.
La seconda consisteva nel distruggere l’Idra di Lerna, un mostro con nove teste che Eracle spaccò una a una con la clava. Ma esse, appena mozzate, rinascevano subito. Allora l’eroe con il fuoco bruciò i colli spezzati e così ebbe ragione del mostro. Gli aprì quindi la pancia e intinse le sue frecce nel sangue dell’Idra, avvelenandole in modo che producessero ferite inguaribili e quindi fatali.
La terza fatica consisteva nel catturare viva una cerva dalle corna d’oro e dalle zampe di rame. L’inseguimento del veloce animale durò un anno intero, ma alla fine Eracle riuscì a far cadere la cerva in trappola, anche se dovette poi placare l’ira di Artemide a cui l’animale era sacro.
La quarta fatica consisteva nel dare la caccia al feroce cinghiale del monte Erimanto. Riuscì a catturarlo vivo seguendolo sul monte e addentrandosi nella neve alta. Nel compimento di questa impresa Eracle fu aggredito dai centauri. Nella mischia che ne seguì ferì involontariamente il centauro Chirone con una delle sue frecce avvelenate causandone la morte.
La quinta fatica fu la pulizia in un solo giorno delle stalle di Augia dove si era accumulato per anni il letame di 3000 buoi. Eracle vi riuscì deviando il corso del fiume Alfeo.
La sesta fatica consisteva nel distruggere con le sue frecce gli uccelli Stinfalidi che si nutrivano di carne umana.
La settima fatica consisteva nel catturare e domare un toro furioso che imperversava nell’isola di Creta.
L’ottava fatica consisteva nel catturare le cavalle del tiranno Diomede che si nutrivano di carne umana. Eracle uccise il tiranno e lo diede in pasto alle sue cavalle.
La nona fatica era abbastanza difficile perché bisognava impossessarsi della cintura di Ippolita, la regina delle amazzoni, ma Eracle vi riuscì.
Per superare la decima fatica Eracle prese i buoi di Gerione, re dell’isola di Gades e uccise il gigante Caco che gli aveva rubato i buoi approfittando del sonno.
L’undicesima fatica consisteva nel recarsi nell’Occidente a rubare le mele d’oro del giardino delle Esperidi custodite dal drago Ladone che Eracle dovette uccidere.
La 12ª e ultima fatica lo vide scendere negli Inferi per catturare il terribile cane Cerbero dalle tre teste. Dopo averlo portato a Euristeo, lo riportò nel regno dei morti. Durante questa discesa nell’Erebo, Eracle ottenne da Ades, il dio degli Inferi, di liberare Teseo.
Oltre alle 12 fatiche Eracle compì altre leggendarie imprese: liberò Prometeo incatenato, separò i monti Abila e Calpe sullo stretto di Gibilterra, creando le famose Colonne d’Ercole. Liberò Esione uccidendo il mostro marino che la minacciava. In Lidia riuscì a liberare il Paese dai predoni e la regina lo sposò.
Dopo uno scontro con il Centauro Nesso, che aveva tentato di violentargli la moglie, Eracle lo uccise. Tuttavia, prima di morire, il centauro donò la sua tunica imbevuta del proprio sangue alla moglie di Eracle raccontandole che quella tunica, indossata da lui, avrebbe avuto il potere di mantenerle l’amore del marito.
Gelosa, la moglie fece indossare a Eracle la tunica che gli provocò sofferenze insopportabili. Per sfuggire a quegli atroci dolori, l’eroe si gettò sul rogo per suicidarsi, ma il padre Zeus provò pietà per lui, scese a terra tra tuoni e fulmini a prenderlo per portarlo nell’Olimpo dove divenne immortale e sposò Ebe, la coppiera degli dei.