EROS
- Categoria: Racconti
- Pubblicato: Mercoledì, 14 Agosto 2019 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
Eros (chiamato dai romani Cupido) era il dio greco dell’amore, figlio di Afrodite e di Ares.
Era rappresentato come un fanciullo alato armato di arco e faretra, talvolta con gli occhi bendati a indicare che l’amore è cieco.
Chiunque fosse stato trafitto dalle sue frecce, si innamorava immediatamente. Oltre agli dei e agli uomini anche le belve non potevano sottrarsi al suo gioco, perciò Eros spesso veniva raffigurato su un carro trainato da leoni.
Apuleio narra l’amore del dio con Psiche, la bellissima figlia di una ninfa e di un re greco.
Eros andava a trovarla tutte le sere, quando era buio fitto, e ripartiva al mattino, ai primi bagliori dell’alba, affinché la fanciulla non potesse mai vederne il viso.
Si trattava di un capriccio di Eros che aveva minacciato la fanciulla: “Se contravverrai al mio divieto, mi perderai per sempre!”
“Ma perché?” aveva chiesto Psiche che invece desiderava ardentemente vedere il suo amante.
“Devi fidarti di me. Senza fiducia non esiste amore vero!” aveva replicato il dio.
Psiche però, istigata dalle sorelle maggiori, che per invidia le avevano detto che Eros era probabilmente mostruoso, una sera, mentre il dio dormiva, si avvicinò al suo letto con una lampada.
Guardando affascinata il bellissimo viso del giovane non si accorse che il lume che reggeva in mano si era inclinato e da esso era caduta sul dormiente una goccia di olio caldo che lo svegliò.
“Mi hai disubbidito, quindi addio!” esclamò il dio prima di sparire.
Psiche vagò a lungo disperata alla ricerca dell’amato finché Eros, commosso, ottenne da Zeus che la riconoscesse sua sposa e donasse anche a lei l’immortalità.