DIETA VEGANA E DNA
- Categoria: Veganesimo
- Pubblicato: Sabato, 05 Dicembre 2015 00:00
- Scritto da ADMIN
Per replicare a chi asserisce che la dieta vegana è una dieta pericolosa, ecco un articolo che, CITANDO LE FONTI, prova esattamente il contrario.
Dieta vegana, invecchiamento e DNA: le nuove scoperte
Uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università della California (San Francisco), sotto la guida del famoso nutrizionista americano Dean Ornish, ha dimostrato per la prima volta il potere di un regime alimentare corretto sul DNA umano. In particolare, una dieta vegana (che include il consumo di frutta, verdura, legumi e cereali ed esclude carne, pesce, latticini e uova) sarebbe in grado di agire sull'organismo a livello genetico, avendo effetti diretti sui "telomeri", la parte finale dei filamenti cromosomici, la cui lunghezza è stata legata alla longevità e a una ridotta incidenza di gravi malattie.
Una dieta vegana non solo aiuta a guarire da molte malattie, ma blocca letteralmente gli effetti dell’invecchiamento, agendo nell’organismo a livello genetico: uno studio scientifico americano, appena pubblicato sul Lancet Oncology, ha così dimostrato per la prima volta il potere di un regime alimentare corretto addirittura sul DNA umano.
La ricerca condotta dall’università della California a San Francisco sotto la guida del famoso nutrizionista americano Dean Ornish (che in questo studio ha collaborato con la dr.ssa Elizabeth Blackburn, premio Nobel per la Medicina nel 2009) ha osservato in 10 uomini malati di tumore della prostata e sottoposti a dieta vegana e altre lievi modifiche allo stile di vita (il cosiddetto “Programma Ornish”), l’apparire di mutazioni “ai telomeri” dei pazienti: I telomeri sono la parte finale dei filamenti cromosomici e la loro lunghezza è stata legata alla longevità e a una ridotta incidenza di gravi malattie. “Abbiamo scoperto che la telomerasi è aumentata del 30 per cento in soli tre mesi”, ha detto Ornish. La telomerasi è un enzima che colpisce i telomeri. Gli studiosi hanno inoltre esaminato l’attività dei geni. “L’espressione genica su 500 geni è cambiata, in ogni caso in modo benefico,” ha detto Ornish a NBC News.
Dopo 5 anni il team ha rimisurato la lunghezza dei telomeri. Tra i 10 uomini con cancro alla prostata che hanno adottato i cambiamenti di stile di vita, la lunghezza dei telomeri è aumentata in media del 10%. In confronto, la lunghezza dei telomeri è diminuita in media del 3% nei restanti 25 uomini a cui non è stato chiesto di apportare modifiche allo stile di vita.
E’ il primo studio a evidenziare che un intervento sullo stile di vita può bloccare l’invecchiamento cellulare – ha detto Ornish – Le implicazioni di questo relativamente piccolo studio pilota possono andare oltre gli uomini con cancro alla prostata. Se convalidato da studi controllati randomizzati su larga scala, questi cambiamenti dello stile di vita possono ridurre significativamente il rischio di una grande varietà di malattie e mortalità prematura. I risultati ci dicono che i nostri geni sono la predisposizione ma NON sono il nostro destino”.
Il programma Ornish, che include una dieta vegana e altre pratiche salutari (come il camminare 30
minuti quasi ogni giorno, praticare yoga e adottare tecniche di gestione dello stress) si era già dimostrato capace di invertire le malattie cardiache, il diabete e mantenere il cancro alla prostata sotto controllo.
La dieta vegana include il consumo di frutta, verdura, legumi e cereali (ed esclude carne, pesce, latticini e uova). I pazienti di Ornish dovevano anche consumare integrale e mantenere l’assunzione di grassi intorno al 10% delle calorie quotidiane.
FONTE: Dean Ornish, Jue Lin, June M Chan, Elissa Epel, Colleen Kemp, Gerdi Weidner, Ruth Marlin, Steven J Frenda, Mark Jesus M Magbanua, Jennifer Daubenmier, Ivette Estay, Nancy K Hills, Nita Chainani-Wu, Peter R Carroll, Elizabeth H Blackburn, Effect of comprehensive lifestyle changes on telomerase activity and telomere length in men with biopsy-proven low-risk prostate cancer: 5-year follow-up of a descriptive pilot study, The Lancet Oncology, Early Online Publication, 17 September 2013