ENERGIE RINNOVABILI IN SVEZIA
- Categoria: Ambiente
- Pubblicato: Mercoledì, 13 Febbraio 2019 00:00
- Scritto da Maria Grazia Sereni
L’aveva detto e l’ha fatto: la Svezia ha raggiunto gli obiettivi sulle rinnovabili fissati per il 2030 già alla fine del 2018. Un record? Forse, sicuramente un esempio da seguire. L’incredibile risultato (ma vero) è stato ottenuto soprattutto grazie a un incremento di eolico nel Paese.
Dodici anni di anticipo e nessun calo. La Svezia prevedeva 19,8 TWh di eolico entro il 2018 e nel 2016 ne aveva già 15, così come di installare 3.681 turbine, con una capacità di 7.506 MW.
E sembra proprio avercela fatta. Investimenti di rilievo, che, secondo il World Economic Forum hanno consentito il raggiungimento di obiettivi che ora sono alla portata di tutti. Almeno per chi vuole, si intende.
A questo punto, visto il risultato, perché non puntare più in alto? Per il 2030, quindi, la Nazione mira ora ad aggiungere altri 18 TWh. Dati i precedenti, non abbiamo motivo per credere che non ci riuscirà.
“Dopo aver deciso di incrementare le ambizioni, sono stati previsti molti investimenti e molte turbine eoliche dovrebbero essere completate nei prossimi anni”, aveva dichiarato già a luglio Markus Selin, analista presso l’Agenzia svedese per l’energia.
Ma di goal la Svezia ne ha in mente molti altri: utilizzo energetico più efficiente del 50% entro il 2030 e di produzione di energia rinnovabile al 100% entro il 2040, nonché emissioni nette zero di gas serra entro il 2045.
E nel resto del mondo? Dal 2010 la capacità rinnovabile installata globale è aumentata costantemente dall’8 al 9% all’anno (soprattutto nell’eolico e nel solare), scrive ancora il Forum, il che è più del doppio della crescita media delle non rinnovabili.
Solo nel 2017 sono stati installati altri 167 GW di capacità rinnovabile a livello globale, in grado di alimentare un Paese delle dimensioni del Brasile. Incredibilmente l’Asia, che ancora include Nazioni ad alto tasso di emissioni (come la Cina), ha visto il più rapido aumento delle rinnovabili negli ultimi anni e ora rappresenta oltre il 42% della capacità rinnovabile globale.
In questo quadro che appare incoraggiante, il nostro Paese non brilla, purtroppo. Nei primi sei mesi del 2017 si era osservato addirittura un calo pari al 7%, che aveva impensierito molto gli esperti, nonché tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Pianeta.
Quell’anno sicuramente si ricorda per una siccità particolare, che aveva ridotto l’idroelettrico, ma è anche vero che l'Italia si distingue tristemente per saltuari (però importanti) regali alle fossili, che, questioni politiche a parte, non sembrano frenare.
La vittoria dell’energia si vince solo insieme.
Roberta De Carolis