COTONE ECOLOGICO
- Categoria: Veganesimo
- Pubblicato: Venerdì, 02 Dicembre 2016 00:00
- Scritto da ADMIN
Sappiamo che noi vegani, oltre a un approccio etico al nutrimento, dobbiamo averne uno etico pure nei confronti dell’abbigliamento. Infatti, oltre agli animali, anche l’ambiente deve attirare la nostra attenzione: senza un Pianeta sano a disposizione, gli animali umani e non umani non potrebbero sopravvivere.
Leggiamo allora con interesse il seguente articolo e prendiamo le opportune decisioni.
Cotone biologico e sostenibile, le multinazionali della moda non mantengono le promesse e non sono all’altezza delle aspettative. Un nuovo rapporto ha stilato la classifica delle aziende migliori e peggiori da questo punto di vista. Per H&M non può certo bastare una linea in cotone ecologico per raggiungere la vera sostenibilità, soprattutto quando i processi produttivi del cotone convenzionale richiedono ancora sostanze inquinanti.
Senza contare i danni ambientali causati dall'accumulo di rifiuti legato alla moda usa-e-getta.
La produzione convenzionale del cotone purtroppo si basa su un elevato impiego di pesticidi, erbicidi e risorse idriche. Inoltre esiste il problema dell’erosione del suolo e dell’accumulo di sostanze chimiche dannose nell’ambiente.
Esistono però delle alternative, che sono rappresentate dal cotone biologico, sostenibile e equosolidale. Questo tipo di cotone viene prodotto tenendo conto del rispetto del Pianeta, ma le maggiori aziende della moda stanno facendo ben poco per incoraggiare l’utilizzo di tessuti e materie prime ecologiche nella propria catena produttiva.
L’ultimo studio condotto da Rank a Brand ha preso in considerazione 37 aziende della moda e del settore tessile e ha valutato i loro comportamenti e le loro normative per quanto riguarda l’approvvigionamento e l’utilizzo del cotone sulla base di informazioni disponibili pubblicamente. Ad ogni azienda è stato assegnato un punteggio da 0 a 19,5.
Ormai avere a disposizione cotone sostenibile è diventato molto più semplice rispetto al passato e per le aziende non ci sono più scuse: possono davvero decidere di offrire ai propri consumatori dei prodotti più responsabili.
In base ai risultati dell’indagine, l’azienda che si sta comportando meglio dal punto di vista della scelta del cotone ecologico e sostenibile è IKEA. Hanno ottenuto dei risultati peggiori H&M, Adidas, Nike e M&S, ma tutte le aziende dovrebbero davvero migliorare e fare di più.
Ad esempio, secondo Rank a Brand, H&M prima di potersi definire un’azienda ecologica dovrebbe migliorare decisamente i propri processi produttivi, al di là del fatto che utilizzi già cotone biologico nella sua linea ‘organic cotton’. Infatti la provenienza delle materie prime è solo una delle componenti della sostenibilità di un’azienda. Secondo il WWF, occorrono 20 mila litri d’acqua per produrre 1 kg di cotone, l’equivalente necessario per una t-shirt e per un paio di jeans.
Tra le multinazionali che hanno ottenuto i risultati peggiori per quanto riguarda la scelta del cotone e il sostegno ad una sua coltivazione più ecologica troviamo GAP, Walmart e Ralph Lauren. Gli autori di Rank a Brand sperano che la pubblicazione di questa classifica possa spingere sempre più aziende a migliorarsi e a preferire il cotone biologico. Solo in questo modo il settore della moda potrà rivoluzionarsi, cioè proprio a partire da uno dei materiali più usati.
Secondo Keith Tyrell, direttore di PAN UK: “La produzione convenzionale del cotone spesso ha un grave impatto sociale e ambientale basato sull’impiego eccessivo di acqua e di pesticidi. La crescita del mercato del cotone sostenibile è la nostra migliore possibilità per proteggere la salute dei lavoratori e ripulire questo settore”.
Non dobbiamo dimenticare, infine, la piaga dello sfruttamento del lavoro minorile nei campi di cotone in Uzbekistan e in Burkina Faso che da anni viene denunciato dalle associazioni per la difesa dei diritti dei lavoratori. Un ulteriore aspetto che aggrava i danni della produzione del cotone convenzionale e che potrebbe essere superato grazie al cotone equosolidale.
Marta Albè