La più visibile e familiare forma di inquinamento del mare è quella legata agli sversamenti di petrolio dalle petroliere.
Che però non provocano solo effetti a breve termine.
A quindici anni dall’incidente alla Exxon Valdez, avvenuto in Alaska nel 1989, è ancora possibile rilevare in quella zona tracce di petrolio. E anche nei fondali del Mar Ligure è possibile rinvenire il petrolio della Haven, affondata nel 1991. La Prestige, che naufragò al largo delle coste spagnole nel 2002, ha causato perdite economiche ingenti, danneggiando gravemente la pesca locale.
Un’altra causa dell’inquinamento da petrolio è la pulitura delle cisterne delle petroliere in alto mare, quando tornano vuote dopo aver scaricato il petrolio trasportato.
Pensate che una tonnellata di petrolio grezzo è in grado di diffondersi in dieci minuti, coprendo un’area di cinquanta metri di diametro con uno strato spesso dieci centimetri.
(fonte Greenpeace)
L’inquinamento che deriva dalle attività di estrazione e dalle industrie di lavorazione dei metalli può danneggiare la salute della flora e della fauna marina a tal punto da rendere alcune specie non commestibili per l’uomo.
Il contributo delle attività dell’uomo può essere decisivo: per esempio, a livello mondiale la quantità di mercurio rilasciato nell’ambiente dalle attività industriali è quattro volte quella imputabile a processi naturali come erosione.
I metalli pesanti (mercurio, zinco, cadmio, selenio) sono molto pericolosi perché non vanno soggetti al degrado batteriologico e possono quindi trasferirsi all’uomo causandogli lesioni permanenti al sistema nervoso e all’apparato osseo.
Negli anni ’70 la Baia di Minamata (Giappone) è stata inquinata dal mercurio con conseguente nascita di feti malformati.
(fonte Greenpeace)
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Sono circa 63mila i composti chimici impiegati in tutto il mondo. Almeno 4500 dei composti impiegati nelle attività umane sono molto pericolosi. Conosciuti come inquinanti organici persistenti (POP), queste sostanze non si decompongono e tendono ad accumularsi nei tessuti degli organismi viventi, alterandone il sistema ormonale, causando tumori, disfunzioni del sistema riproduttivo, alterazioni del sistema immunitario e interferendo con il normale processo di crescita degli esemplari giovani.
I POP possono anche essere trasportati a grandi distanze nell’atmosfera e depositati nelle regioni più fredde.
Gli Inuit del Polo Nord, che vivono a grandi distanze dalle fonti di emissione di queste sostanze tossiche, sono tra le popolazioni più contaminate al mondo perché si nutrono di foche e pesce ricco di grasso, che accumulano più di altre specie le sostanze tossiche e le trasferiscono all’uomo.
Fanno parte dei POP le diossine e i PCB, insieme a molti tipi di insetticidi e al DDT.
Si pensa che questi composti siano anche responsabili dello scarso tasso di fertilità delle colonie di orsi polari.
Anche il pesce che viene consumato nelle regioni temperate è ricco di POP. Molto spesso, inoltre, questo pesce viene usato per nutrire altri animali e contamina per via indiretta la catena alimentare dell’uomo. In molti casi anche il pollame, i suini e i pesci di allevamento sono nutriti con questo tipo di mangimi.
(fonte Greenpeace)
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Un’altra fonte di inquinamento per i mari è la contaminazione radioattiva che ha molte origini.
In passato sono stati molto impattanti i test effettuati sulle armi nucleari.
Anche il normale funzionamento delle centrali nucleari ha una sua ricaduta in termini di inquinamento dei mari, ma la situazione più grave è legata ai due impianti di riprocessamento delle scorie radioattive che si trovano in Francia a La Hague e in Inghilterra a Sellafield.
Gli scarichi dei due impianti summenzionati hanno contaminato le zone marine circostanti al punto che è possibile trovare tracce radioattive in alghe contaminate lungo le coste della Norvegia e della Groenlandia occidentale.
(fonte Greepeace)
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L’impatto dell’inquinamento sul mare assume varie forme.
L’inquinamento che deriva dai liquami e dagli scarti dell’agricoltura ad esempio favorisce, in prossimità delle coste, la proliferazione di alghe che sottraggono ossigeno all’acqua.
In alcuni casi il livello di ossigeno è sceso al di sotto dei limiti compatibili con la vita dei mari.
L’inquinamento industriale peggiora spesso la situazione perché alcune delle sostanze che dagli scarichi delle industrie finiscono in mare contribuiscono a sottrarre ossigeno all’acqua.
(fonte Greenpeace)
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Uno dei principali impatti dell’attività umana sugli oceani è l’inquinamento.
Non si tratta solo dell’inquinamento legato agli incidenti delle petroliere, agli sversamenti in mare di petrolio, alle attività illegali di scarico in mare dei fusti di rifiuti. Per quanto questi siano gli aspetti più visibili del problema, l’inquinamento marino dipende in gran parte da altre fonti come:
Scarichi urbani e industriali
Dispersioni in acqua dei pesticidi e dei composti chimici usati nell’agricoltura
Scarti delle lavorazioni minerarie
Rifiuti radioattivi
Secondo le statistiche, solo il dodici per cento dell’inquinamento marino è imputabile ai trasporti marittimi, mentre il quarantaquattro percento arriva dalla terraferma e il trentatré per cento dall’atmosfera.
(fonte Greenpeace)
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Ci è sempre stato raccontato quanto sia importante l’assunzione di latte, soprattutto per le donne dopo la menopausa e per i bambini. Non è vero!
Uno dei maggiori problemi provocati dall’assunzione di latte vaccino è la digestione.
Nella digestione gastrica occorre, per digerire il latte, una secrezione di circa 2,5 volte quella necessaria per digerire il latte umano. La caseina può rimanere nello stomaco anche otto - dieci ore, creando non pochi problemi digestivi e di alterazione della mucosa stomacale.
Il latte di mucca è carente in magnesio e boro ed ha un contenuto molto elevato di fosforo, il che rende impossibile, nell’uomo, l’utilizzo del suo contenuto di calcio (tra l'altro il calcio non assimilato viene espulso con le urine, con predisposizione a infezioni urinarie).
Il calcio di origine vegetale è migliore, essendo equilibrato dal magnesio e dal boro – quest’ultimo di origine esclusivamente vegetale.
Tabella dei contenuti di calcio in milligrammi per 100 grammi di prodotto:
Leggi tutto: IL LATTE VACCINO NELL'ALIMENTAZIONE UMANA
Osvaldo becchettò qualche briciola, alzò la testa, si guardò intorno, allargò le ali, le sbatté e si fermò d’improvviso, come in ascolto. Qualche rauco grido gli uscì dal becco all’avvicinarsi della sua amica Rosina.
“Salve Rosina,” la salutò con ripetute ondulazioni della testa. “Come ti va?”
“Bene, grazie, e tu? Che cosa mi racconti?”
“Oh,” si schermì Osvaldo. “La solita vita.”
“Allora ti saluto. A presto,” si congedò la pollastra.
“No, non andartene… ieri, vediamo un po’, che cosa volevo dirti? Ah, sì, ora ricordo. Ieri è venuto a trovarmi mio cugino…”
“Quale? Ottavio forse?”
“Sì, proprio lui.”
“E allora?”
“Mi… mi ha detto di salutarti,” balbettò Osvaldo. La rabbia gli aveva arrossato il bargiglio che, già rosso di suo, aveva assunto un color vinaccia.
Leggi tutto: OSVALDO IL POLLOPerché occorre battersi contro la deforestazione?
E che cosa possiamo fare noi?
Alla prima domanda possiamo rispondere elencando le utilità della vegetazione forestale:
Protezione del suolo dall’erosione. La foresta trattiene l’acqua che serve per le proprie funzioni vitali, regolando il deflusso delle eccedenze in modo graduale: con le foglie intercetta una frazione delle precipitazioni meteoriche, favorendone il ritorno in atmosfera sotto forma di vapore. Anche i diversi strati che compongono il bosco – arboreo, arbustivo, erbaceo e talvolta anche muscinale – dissipano gran parte della violenza della pioggia, per cui l’urto sul terreno risulta alquanto attenuato.
Protezione atmosferica. Le piante catturano grandi quantità di CO2 dall’atmosfera tramite la fotosintesi. Mediante la clorofilla, la luce solare permette di trasformare l’anidride carbonica – che si trova nell’aria – e l’acqua in glucosio, fondamentale per la vita della pianta. Come sottoprodotto di questa reazione si ottengono sei molecole di ossigeno che la pianta libera nell’atmosfera grazie agli stomi delle sue foglie.
Leggi tutto: CONTRO LA DEFORESTAZIONEI referti fossili (struttura dei denti) indicano che i nostri più remoti progenitori furono vegetariani, quindi raccoglitori. Poi le variazioni climatiche e ambientali li spinsero ad abbandonare la foresta per abitare le savane. Là essi divennero raccoglitori-cacciatori, quindi con una dieta in prevalenza vegetariana, integrata però dalle proteine animali estratte perlopiù da cadaveri di animali uccisi da predatori più dotati (soprattutto di artigli che né i nostri antenati né noi possediamo).
Ma non è questo che deve indurci a fare una scelta vegana.
Se, come sostengono tutti gli antropologi, l’elemento che ci differenzia dal resto del mondo animale è la coscienza – intesa come consapevolezza dei propri passato e futuro, oltre alla consapevolezza dei nostri simili con i quali siamo in relazione –, se siamo convinti di essere l’unica specie sul nostro pianeta ad avere il senso dell’etica, ebbene, usiamo queste nostre meravigliose capacità per scopi altrettanto meravigliosi.
Leggi tutto: ANTENATI VEGETARIANIUna ricerca pubblicata nel luglio del 2008 sulla rivista scientifica “Journal of the American Dietetic Association”, che ha cercato di analizzare il contenuto di acidi grassi nei pesci più diffusi sul mercato, mostra tra l’altro che le pesanti modificazioni che si sono verificate nell’ultimo decennio nell’industria del pesce hanno fatto sì che i pesci più venduti siano quelli che contengono una minore quantità di omega-3 e che presentano caratteristiche che in genere vengono considerate pro-infiammatorie e quindi dannose per la salute.
Nonostante il pesce sia pubblicizzato come un importante fornitore di omega-3, esso in realtà contiene vari grassi di diverso tipo. Tra il 15 e il 30 percento dei grassi nel pesce sono rappresentati da quelli saturi (cioè i grassi “cattivi”). Un po’ meno rispetto al manzo e al pollo ma molto, molto di più rispetto ai cibi vegetali, gli unici davvero salutari.
Inoltre, il grasso del pesce fa ingrassare esattamente come quello del pollo o del maiale.
Il pesce contiene anche molto colesterolo: gamberi e altri crostacei ne hanno quasi il doppio rispetto al manzo.
Leggi tutto: IL PESCE E LA NOSTRA SALUTELa Target Corporation, una società di Minneapolis, spesso offre prezzi che sembrano troppo bassi per essere veri. E allora ci chiediamo “Come fa a mantenere dei prezzi come questi?”
Pare che alcuni prodotti siano tanto convenienti perché fatti con cotone raccolto da schiavi uzbeki e/o acquistati dalla Daewoo International, società che rappresenta circa il venti per cento di tutto il cotone lavorato in Uzbekistan.
Leggi tutto: ANCORA SCHIAVI IN UZBEKISTAN?